L'allarme

Piccola criminalità a Bergamo, contro le baby gang non restano che le arti marziali

La crescita della microcriminalità spinge molti giovani verso i metodi di difesa personale. E Davide Pavesi, maestro di Krav Maga dice...

Piccola criminalità a Bergamo, contro le baby gang non restano che le arti marziali
Pubblicato:
Aggiornato:

di Clara Scarpellini

Bergamo è una città sicura? La domanda torna ciclicamente nelle discussioni cittadine, con molte persone che lamentano, in particolare nei pressi della stazione ferroviaria, un aumento di episodi preoccupanti.

In realtà, il bilancio delle attività della Polizia locale (e delle forze dell’ordine) nel 2022 evidenziano un calo di casi di macro-criminalità, ma anche il Comune ha ammesso che a preoccupare è soprattutto la micro-criminalità: piccolo spaccio, furtarelli, aggressioni. E sempre più spesso sono giovani o giovanissimi gli autori e le vittime di questi atti.

Tra i casi più recenti, l’aggressione avvenuta in Porta Nuova lo scorso 23 febbraio, intorno alle 19, quando un quindicenne è stato accerchiato, spintonato e derubato del portafogli da cinque giovani, oppure quello di un quattordicenne - denunciato dalla madre al nostro giornale - che, alla fermata della Teb di Alzano, è stato aggredito, derubato delle auricolari dello smartphone e minacciato di morte.

Una situazione a cui le autorità stanno provando a mettere un freno aumentando i presidi nei pressi di piazzale Marconi: da una decina di giorni, oltre a quello fisso, ne sono stati aggiunti altri tre attivi nelle fasce orarie di maggior “traffico” pedonale. La speranza è che la presenza delle forze dell’ordine operi da deterrente. Ma non è semplice.

Proteggersi dalle baby gang

Molto spesso, questi episodi vengono ricondotti al fenomeno delle cosiddette “baby gang”, ovvero bande di ragazzi (o addirittura bambini, talvolta) protagoniste di atti di micro-criminalità organizzata che, come spiega la dottoressa Antonella Antonucci, psicologa specializzata in Psicologia dello sviluppo e dell’educazione, coinvolge soggetti appartenenti a fasce di età sempre più basse che prendono di mira, in piccoli gruppi, i propri coetanei.

Non stupisce, dunque, che tanti genitori e tanti giovani vogliano imparare a difendersi, tant’è che negli ultimi anni si è registrato, un po’ in tutta la Bergamasca, un aumento delle iscrizioni ai corsi di difesa personale e arti marziali. Alle palestre si presentano non solo giovani che vogliono proteggersi da future aggressioni, ma anche chi in passato ha già subito violenze (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 30 marzo, o in edizione digitale QUI

Seguici sui nostri canali