Il sopralluogo

Prende forma il nuovo volto dell'ex Principe di Napoli in via Pignolo: pronto fra 18 mesi

L'assessore Valesini ha condotto una visita negli spazi, stupendi e ricchi di storia. Ospiteranno spazi artistici, teatrali, culturali, una bottega, un’area per la ristorazione. E un'opera di Mastrovito

Prende forma il nuovo volto dell'ex Principe di Napoli in via Pignolo: pronto fra 18 mesi
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di Paolo Aresi

Il nuovo Principe di Napoli, l’ex asilo infantile che si trova nella parte bassa di via Pignolo a Bergamo, dopo anni di abbandono sta prendendo forma. E sarà molto più simile all’edificio storico di quanto fosse con le suore Canossiane, che per molti decenni lo hanno utilizzato in favore dei bimbi del borgo, costruendo anche una parte nuova al principio degli Anni Sessanta del Novecento.

Tempi e meraviglie

I lavori in corso sono stati presentati questa mattina (giovedì 19 giugno) dall’assessore alla Riqualificazione urbana, Francesco Valesini, e dal progettista Leonardo Angelini; il cantiere è in pieno svolgimento, le opere sono stati avviate a maggio dello scorso anno e si concluderanno fra diciotto mesi. Sta emergendo tutta la storia del complesso, che ha avuto origine nella parte prospiciente alla via nel Quattrocento, con la bottega e il primo piano. Infatti i locali sono coperti da una volta a botte, tipica di quel periodo.

Entrare nel vecchio Principe di Napoli è come fare un viaggio nella storia. Dopo la prima parte del Quattrocento, si passa in un cortiletto del secolo successivo, ma che presenta ancora due colonne del Quattrocento. Spiega Angelini: «Sono dei riutilizzi di colonne che in precedenza dovevano trovarsi più verso la strada e che fanno parte della prima costruzione. Sono state riutilizzate per l’ingrandimento della struttura che nel Cinquecento si è arricchita di questo cortile e di nuovi locali al primo e secondo piano dotati di logge con eleganti colonne e archi».

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Il finanziamento di FerrettiCasa

Andando oltre, in direzione del Parco Marenzi, si trova un’altra area, costruita nel Seicento, e quindi un’altra ancora, sempre più in profondità, nata nel Settecento, fino a sfociare nell’edificio voluto dalle suore attorno al 1960. L’assessore Valesini ha confermato la destinazione dell’edificio, il cui restauro è finanziato da Ferretti Casa con tre milioni e 600 mila euro che derivano dall’operazione Parco Ovest 2 di via Moroni (un milione e 700 mila di oneri, i restanti sono messi da Ferretti come “liberalità”, praticamente un dono).

Come diventerà

L’edificio ospiterà spazi artistici, teatrali, culturali, una bottega, un’area per la ristorazione. Il gestore sarà Rinascimento Holding, che pagherà, a regime, 95 mila euro all’anno di affitto al Comune. Negli spazi prenderanno posto diverse organizzazioni come DeSidera (teatro), Liber (librai d Bergamo), Slow Food, associazione Veronelli e altri. Nella bottega dovrebbe entrare il liutaio della via. È previsto uno spazio per la ristorazione.

Importante: gli spazi saranno sempre accessibili alla cittadinanza. Ciliegia sulla torta: nelle stanze nobili della parte dell’edificio che dà sulla strada, Andrea Mastrovito, artista bergamasco, realizzerà un’opera destinata a restare in maniera permanente, forse un affresco, confermando quanto trapelato durante l’anno di Bergamo Capitale della cultura.

Commenti
Gabriele

Non vedo l'ora che sia tutto finito e di poterlo vedere dal vivo :D

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