Tarlo asiatico, il grosso del lavoro è fatto: a Treviolo si pianteranno 168 nuovi alberi
Finalmente si è abbassato il livello di guardia, ma non si può ancora dire che il parassita sia sconfitto
di Monica Sorti
Comincerà a breve l’opera di piantumazione nelle zone di Treviolo dove gli alberi colpiti dal tarlo asiatico sono stati abbattuti. Finalmente si è abbassato il livello di guardia nella lotta all’infestante perché il grosso del lavoro è stato fatto, ma non si può dire che il tarlo sia sconfitto, perché i controlli continueranno anche in questa fase di messa a dimora dei nuovi alberi.
Ricordiamo che numerosi focolai erano presenti nelle piante di diverse specie, tra le quali l’acero, la betulla, il carpino, il platano e il lauroceraso.
«Una decina di giorni fa abbiamo incontrato i responsabili di Ersaf Lombardia, l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste, che ci hanno confermato che questo autunno, tra ottobre e novembre, inizieranno le piantumazioni degli alberi in sostituzione di quelli rimossi a causa del tarlo asiatico», conferma l’assessore all’ecologia Gianmauro Pesenti. «A Treviolo in contesto urbano su suolo pubblico le nuove piantumazioni saranno 168».
Ci saranno poi quelle nelle aree private. I tecnici hanno informato che non sarà possibile fare tutto il lavoro in autunno e si presume di concludere tra febbraio e marzo, perché hanno parecchi alberi da ricollocare anche a Curno.
«Abbiamo anche fatto un sopralluogo all’ex frantoio del parco Callioni e durante l’incontro abbiamo ribadito a Ersaf la nostra disponibilità nel permettere di utilizzare quella zona per lo stoccaggio e la macinazione della piante infette. Ora i tecnici hanno di nuovo allestito l’area, più piccola rispetto alla precedente, per accatastare e cippare gli alberi da rimuovere su suolo privato, non infetti ma che risultavano presenti nel raggio dei cento metri da quelli contagiati e già rimossi dato che l’animale è in grado di spostarsi in volo fino a questa distanza».
Alberi che in precedenza erano stati tralasciati perché l’urgenza e la mole di quelli infetti era enorme (...)