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Treno per Orio, il centrodestra al fianco di Boccaleone: «Ignorate le richieste del territorio»

Ieri (27 aprile) i comitati hanno chiesto nuovamente che il progetto venga modificato. A Bergamo sono appoggiati dal centrodestra, ma in Regione Lombardia i cittadini si sono sempre trovati davanti il "muro" della Lega

Treno per Orio, il centrodestra al fianco di Boccaleone: «Ignorate le richieste del territorio»
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Regione Lombardia, Palazzo Frizzoni e Palazzo della Provincia: queste le tappe della manifestazione di protesta organizzata ieri (mercoledì 27 aprile) dal comitato di Boccaleone e dalle associazioni che lo sostengono nel chiedere una modifica al progetto del treno per Orio.

La Conferenza di servizi, indetta a dicembre del 2021 dalla commissaria straordinaria Vera Fiorani (che è anche amministratrice delegata di Rfi, Rete ferroviaria italiana) si è chiusa non tenendo conto delle richieste dei cittadini, che chiedono un semi-interramento del futuro collegamento tra Bergamo e l’aeroporto. Dal progetto originario, redatto da Rfi, infatti, è stata stralciata solamente l’idea di realizzare un sovrappasso nel punto in cui la linea scavalcherebbe via Lunga per evitare di rovinare la vista su Città Alta. Al posto del sovrappasso, nel nuovo progetto è previsto che i binari del nuovo treno rimangano “a raso”, come richiesto dal Comune di Bergamo.

Così, vista la totale mancanza di dialogo con l’Amministrazione comunale, chi abita a Boccaleone è sceso nuovamente in piazza per esprimere il proprio disappunto, nella speranza che il progetto possa essere rivisto in extremis, evitando che la ferrovia tagli definitivamente in due il quartiere. In questa battaglia contro la giunta comunale di Bergamo, il Comitato di Boccaleone è sostenuto ora (anche se tardivamente) dai consiglieri del centrodestra: Filippo Bianchi, Alessandro Carrara, Enrico Facoetti, Danilo Minuti, Gianfranco Ceci, Luca Nosari, Luisa Pecce, Alberto Ribolla, Stefano Massimiliano Rovetta e Andrea Tremaglia.

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«Al momento l’unica soluzione per evitare una insanabile spaccatura del quartiere, peraltro tecnicamente attuabile secondo le dichiarazioni di Rfi, sarebbe l’interramento della parte del percorso che si snoda da via Lunga a Boccaleone – si legge in una nota -. Ciò permetterebbe di evitare il posizionamento di barriere antirumore alte 7 metri, la costruzione di una passerella e di sei sottopassi ciclopedonali, ritenuti di brutto impatto e insicuri, oltre alla costruzione di una nuova strada e due rondò per sopperire alla chiusura di via Lunga, con conseguente consumo di suolo e indubbi problemi di viabilità. Al contrario, l’interramento potrebbe risolvere la storica frattura del quartiere con una connessione, sia ciclopedonale che automobilistica, senza passaggi a livello».

«L’amministrazione Gori ha portato in Conferenza dei servizi l’ordine del giorno della maggioranza come fosse espressione condivisa con la cittadinanza – continuano le opposizioni -. Non è così. Le richieste sono solo quelle dell’Amministrazione, che non ha minimamente tenuto conto di quanto espresso in un ordine del giorno presentato in consiglio comunale dalla minoranza compatta né, tanto meno, delle proposte dei residenti. Quindi il Commissario di Rfi non può affermare che in Conferenza dei servizi siano state recepite le richieste del territorio».

È bene specificare però un aspetto. Le richieste di chi abita a Boccaleone non sono state ignorate soltanto dal Comune di Bergamo, ma in primis anche da Regione Lombardia. E a fare “muro” per di più, è stato l’assessorato alle Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile guidato da una bergamasca: la leghista Claudia Maria Terzi.

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