le richieste all'Inail

A Bergamo 800 pratiche per il risarcimento di contagi da Covid avvenuti sul posto di lavoro

Di queste, oltre 600 sono state presentate da medici, infermieri e personale sanitario

A Bergamo 800 pratiche per il risarcimento di contagi da Covid avvenuti sul posto di lavoro
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Sono già 800 le richieste inoltrate all’Inail di Bergamo da altrettanti lavoratori bergamaschi contagiati sul lavoro dal Coronavirus e che, per questa ragione, hanno chiesto un risarcimento. Il decreto "Cura Italia", varato lo scorso 17 marzo, ha infatti incluso il Covid-19 nel novero delle malattie professionali.

Se si considera la totalità delle pratiche aperte, oltre 600 richieste di risarcimento provengono da medici, infermieri e personale sanitario, alcune tra le categorie professionali maggiormente colpite dall’infezione (con il decesso del dottor Gianbattista Perego è salito a 29 il numero delle vittime tra i camici bianchi). Ma a fare domanda sono stati anche operatori del settore dei trasporti, personale di pulizia, amministrativo, impiegati nei front office o cassieri dei supermercati. Si tratta di lavoratori dipendenti, che potrebbero risultare destinatari del risarcimento nei casi in cui venga dimostrato che il contagio è avvenuto sul posto di lavoro o durante il viaggio casa-lavoro.

Sono invece 16 i casi di mortalità, per tre dei quali l’ente ha già concesso la rendita in favore degli eredi: un medico di Nembro, un dipendente di una società di onoranze funebri di Osio Sopra e, infine, Diego Bianco, operatore 46enne del 118 in servizio alla centrale di Bergamo. Ulteriori 13 pratiche sono state aperte all’Inail di Bergamo riguardanti lavoratori morti per Covid-19: tre postini, un’infermiera impiegata in una Rsa, un dipendente di un’azienda informatica, un dipendente amministrativo di un ospedale, un chimico farmaceutico e sei persone tra medici e infermieri. Infine, sono ancora esigue le richieste che riguardano infortuni occorsi in itinere, ad esempio per gli spostamenti effettuati dai pendolari.

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