PALAZZOLO SULL'OGLIO

Agente si suicida dopo gli insulti: tre commentatori segnalati per istigazione

Il 4 febbraio sarà passato un anno dal suicidio dell’agente della polizia locale “pizzicato” a utilizzare impropriamente il parcheggio dei disabili di fronte all’Università di Bergamo, in via dei Caniana

Agente si suicida dopo gli insulti: tre commentatori segnalati per istigazione
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Il 4 febbraio sarà un anno dalla tragedia che ha sconvolto il Comune di Palazzolo: il suicidio dell’agente della polizia locale G.M.L. A mezzanotte, era lunedì sera, aveva terminato il servizio in un Comune della Bergamasca. Invece di tornare a casa, si è tolto la vita in auto con la sua pistola d’ordinanza.

A trovarlo, la mattina seguente, sono stati il comandante dei vigili Claudio Modina e i carabinieri della Compagnia di Chiari. Nei giorni precedenti l’auto di servizio della locale di Palazzolo da lui guidata era stata “pizzicata” sulle strisce di un posteggio dedicato ai disabili in via dei Caniana, di fronte dell’Università di Bergamo. A denunciare il fatto era stato il presidente dell’Anmic Giovanni Manzoni e la notizia aveva fatto il giro delle due province e oltre.

L’agente si era subito scusato e automultato. La stessa associazione, nel ringraziarlo, aveva commentato così: «Questo episodio ha dato la possibilità di rinsaldare la collaborazione tra Anmic e forze dell’ordine». Evidentemente, però, di fronte agli attacchi social troppo offensivi, è crollato.

Tre persone segnalate per istigazione

I carabinieri della stazione di Palazzolo, agli ordini del comandante Francesco Cerasola, hanno svolto in questi mesi delle indagini dettagliate in merito alla morte del vigile 43enne di casa a Cologne, ma originario della Sicilia. La Procura di Brescia aveva aperto immediatamente un fascicolo per istigazione al suicidio. I militari hanno segnalato tre persone (legate soprattutto ai commenti violenti) e ora toccherà alla Procura decidere come procedere in base agli elementi a disposizione.

La foto virale

Il veicolo venne immortalato da Manzoni che aveva  indignato i commentatori aveva il giro del web ed era stato ripreso anche da alcuni giornali. Era partita così la gogna mediatica nei confronti del vigile, con una raffica di pesanti insulti. Il suo nome però non era mai emerso, ma lui si era scusato così: «Non ho parole per esprimere il mio rammarico – scrisse -. Non era mia intenzione, ma purtroppo mi sono confuso con la segnaletica. La prego di accettare le mie scuse sincere e di continuare a riporre fiducia nel nostro lavoro e nelle istituzioni». Poi aveva elargito un contributo all’associazione bergamasca: era la cifra corrispondente alla sanzione stradale per il reato che aveva commesso.

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