tesi negazioniste

Allo sdegno, ora fanno seguito le denunce: «Oltraggio, non provocazione»

Un nostro lettore e familiare delle vittime ha deciso di presentare un esposto alla Procura di Roma dopo il convegno organizzato in Senato lunedì 27 luglio

Allo sdegno, ora fanno seguito le denunce: «Oltraggio, non provocazione»
Pubblicato:
Aggiornato:

Allo sdegno e alla rabbia provocati dalle tesi espresse durante il convegno negazionista, andato in scena lunedì 27 luglio nella biblioteca del Senato, ora fanno seguito le denunce. «È un oltraggio, non una provocazione», sostiene un nostro lettore e familiare delle vittime che ha deciso di presentare un esposto alla Procura di Roma.

«Si tratta di una mia iniziativa – specifica -, mossa a titolo personale e disgiunta dall'attività del comitato “Noi Denunceremo”, che persegue altri fini». Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera inviata questa mattina (giovedì 30 luglio) in redazione:

In comunicazione c’è una sostanziale differenza tra provocazione ed oltraggio. Per questo motivo ho deciso di segnalare alla Procura di Roma tramite esposto alcune dichiarazioni rilasciate da altrettanti organizzatori e relatori del rivoltante convegno tenuntosi l’altro giorno in Senato e che potrebbero tradursi in istigazione a delinquere e vilipendio alle istituzioni.

Sembra evidente che la stessa politica incapace di assumersi la responsabilità di chiudere Alzano, Nembro ed Orzinuovi prima e di creare una commissione di inchiesta in Lombardia poi, stia oggi inscenando baruffe per capitalizzare una tragedia rispetto alla quale dovrebbero solo avere la cortese decenza di tacere. In mezzo, il dolore e le denunce di migliaia di bresciani e bergamaschi.

Ora che sono partite le inchieste hanno pure deciso di farne mercimonio politico per delegittimare l’operato della magistratura, che starebbe indagando per epidemia ed omicidio colposo. Mica su un furto di caramelle. E lo starebbe facendo sempre su espressa richiesta di centinaia di famigliari delle vittime. Undicimila solo tra Brescia e Bergamo. Numeri da linea del fronte.

In tempi non sospetti, nel pieno dell’emergenza, sempre perchè in comunicazione c’è una sostanziale differenza tra fatto e manipolazione del fatto, li ho segnalati tutti (ma proprio tutti!) alla Procura. Sindaci, amministratori regionali e nazionali. Di destra e di sinistra.

Nessun Don Rodrigo avvezzo a farsi beffa degli umili calpesterà le ceneri dei miei concittadini fatti crepare in ospedali al collasso, nelle RSA o addirittura senza assistenza alcuna tra le mura di casa. Ancor più perchè alcuni di quei concittadini erano miei parenti ed amici.

Chi ama la propria terra, prima di andare alla caccia del “nemico” dovrebbe saper dimostrare di onorare la sua gente. Non "usare". Ma "onorare".

Spero che bresciani e bergamaschi si ricordino di chi li ha abbandonati in mezzo alla tempesta, quando undicimila di loro morivano di stenti come dei dannati. Ed ancor di più di chi ha vileggiato ed irriso il loro dolore. E che lo facciano alle prossime elezioni. In cabina elettorale. A meno che, a porre fine alla loro spocchiosa carriera politica ci pensi prima un tribunale. Vista la rilevanza delle inchieste incorso e le gravissime ipotesi di reato.

Lettera firmata

Seguici sui nostri canali