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Caso Foibe a Dalmine, ora il Comune toglie tutti gli spazi ad Anpi, Acli, il Porto e gli altri

Iodice: «Inaccettabile negazionismo» Tolti spazi comunali e sostegno. Le repliche: «Nessuno nega». «Sapevano dello spettacolo fin da novembre»

Caso Foibe a Dalmine, ora il Comune toglie tutti gli spazi ad Anpi, Acli, il Porto e gli altri
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di Laura Ceresoli

Doveva essere una serata in memoria dei martiri delle foibe. Invece, lo spettacolo promosso il 7 febbraio da Anpi, Arci, Cgil, Acli e «Il Porto» in occasione del «Giorno del ricordo» ha generato l'indignazione del Comune di Dalmine che aveva concesso il proprio patrocinio all'iniziativa. «Temevo che la serata avrebbe avuto qualche sfumatura negazionista - ha spiegato il vicesindaco Gianluca Iodice -. Tuttavia speravo che i soggetti promotori dimostrassero un po' di onestà intellettuale. Per questo, ho concesso la collaborazione del Comune e l'uso del teatro. D'altra parte, si prometteva una serata scevra da strumentalizzazioni politiche. Invece è stato un insulto per i figli di morti ed esuli, una beffa all'Italia, una vergogna per Dalmine». La settimana che ne è seguita è stata rovente con botta e risposta da ambe le parti. Per la vicenda si sono scomodati persino i parlamentari della Lega che hanno presentato un’interrogazione parlamentare.

Questo episodio porterà a delle conseguenze. Iodice ha stabilito che «la collaborazione con le associazioni, compresa la concessione degli spazi, accordata per le iniziative proposte con lettera del 15 novembre 2019 è da intendersi sospesa». Il vicesindaco ha inoltre «diffidato i gruppi a diffondere materiale promozionale con stemma del Comune di Dalmine, invitando nel contempo a riprogrammare le iniziative in sedi non comunali».

Le repliche. Anche Arci Rinascita Dalmine, il circolo Acli di Dalmine, Cgil Dalmine e l’associazione Il Porto, nel chiedere un incontro chiarificatore al Comune e ribadire la loro disponibilità a sostenere le istanze sociali e culturali dalminesi, chiariscono la loro posizione: «La natura dello spettacolo era conosciuta dall’amministrazione fin dal novembre 2019, in quanto contenuta nell’ampia comunicazione inviata in cui si citavano le fonti, la bibliografia a sostegno e i luoghi in cui la rappresentazione era già stata proposta. Indubbiamente il tema affrontato risulta essere materia incandescente, come dimostrano le polemiche che ogni anno accompagnano la solennità del Giorno del ricordo. Da parte nostra non c’è stato alcun tentativo di nascondere altri intenti al di là di quelli divulgativi e commemorativi riportati nella sopracitata comunicazione. Nessuno ha mai pensato né vuol sostenere tesi negazioniste o revisioniste rispetto alla tragedia delle foibe e dell’esodo di istriani, fiumani, dalmati nel secondo dopoguerra e delle vicende del confine orientale. Tanto meno si voleva urtare la sensibilità di nessuno dei presenti o dei non presenti, e siamo sinceramente rammaricati per i casi in cui ciò è avvenuto».

Intanto Gianluca Iodice si è detto «disponibile, per chi lo riterrà opportuno, a ogni forma di confronto e chiarimento che possa ristabilire il necessario rapporto di fiducia tra istituzione e associazioni del territorio».

L’articolo completo a pagina 39 del numero di PrimaBergamo in edicola fino al 20 febbraio, oppure sull’edizione digitale QUI.

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