La polemica

Con lo scudo penale per i dirigenti sanitari nessuno pagherebbe per i gravi errori commessi

La politica discute l'opzione. Che se è comprensibile per il personale sanitario in prima linea, non lo è per i manager. Ad esempio: chi non chiuse l'ospedale di Alzano è giusto si prenda le proprie responsabilità

Con lo scudo penale per i dirigenti sanitari nessuno pagherebbe per i gravi errori commessi
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di Andrea Rossetti

Li chiamiamo eroi, sebbene a loro non faccia poi così piacere. Ma è normale quando salvi vite e rischi la tua senza chiedere nulla in cambio. È quello che stanno facendo, ormai da più di un mese, medici, infermieri e personale sanitario. Nonostante il caos, l'assenza di organizzazione del sistema, le paure, loro sono lì ogni giorno a fare di tutto e di più affinché il Coronavirus arretri almeno un po', in attesa delle giuste armi per vincerlo.

Il prezzo che stanno pagando queste persone è elevatissimo (lo ha ricordato con un tweet anche il sindaco Gori: sono 436 i medici, infermieri o Oss contagiati all'Asst Bergamo Est e 282 al Papa Giovanni, senza contare i tantissimi medici di famiglia), eppure c'è chi non si fa scrupoli a fomentare contro di loro la rabbia e il dolore: pochi giorni fa il Consiglio nazionale forense ha minacciato sanzioni disciplinari per gli avvocati che stanno offrendo assistenza per azioni legali contro i medici impegnati nella cura dei pazienti affetti da Covid-19. Anche per questo motivo, la politica sta pensando a uno "scudo penale e civile" che tuteli il personale sanitario: in sostanza, si chiede che a questi soggetti non venga chiesto conto in caso di errori durante la loro attività. Ed è legittimo, se si considera che molti fanno turni infiniti e la stanchezza, talvolta, può giocare brutti scherzi.

L'emendamento presentato e poi ritirato dalla Lega

L'ipotesi è concreta e sarà discussa proprio in questi giorni attraverso gli emendamenti presentati al decreto "Cura Italia". Come spesso capita, però, non mancano le polemiche. Come quella che è stata sollevata dall'emendamento presentato dalla Lega e poi ritirato dopo le veementi proteste dei medici: il partito di Salvini, infatti, chiedeva che lo scudo riguardasse non soltanto il personale sanitario in prima linea, ma anche amministratori e dirigenti della sanità. I manager, insomma. Per capire meglio di cosa si parla, possiamo fare l'esempio dell'ospedale di Alzano: checché ne dica l'assessore regionale Gallera, il 23 febbraio scorso qualcosa è andato storto, l'ospedale fu chiuso e poi riaperto, favorendo così il contagio di tutto il territorio circostante (come ormai hanno dimostrato testimonianze e diverse inchieste giornalistiche). Chi prese quella decisione? Al momento non si sa, ma se in futuro le responsabilità dovessero essere appurate, se esistesse lo scudo penale e civile anche per i dirigenti sanitari nessuno pagherebbe.

L'ipotesi ha ovviamente creato tantissime polemiche, con molti che hanno sottolineato come i dirigenti della sanità pubblica siano nominati dalla politica e in Lombardia, regione più colpita dal Coronavirus, sia stata proprio la Lega a nominarne la maggior parte. Fortunatamente, l'emendamento è stato ritirato, ma non si può escludere che si tenti di raggiungere lo stesso risultato attraverso altre modifiche al decreto "Cura Italia". Non sarebbe la prima volta che una norma esce dalla porta (accompagnata dalle proteste) per poi rientrare dalla finestra (nel silenzio, quatta quatta). Perché è vero che ci troviamo innanzi a una situazione eccezionale, ma, come abbiamo scritto più volte, bisogna evitare che tra le macerie che lascerà questo virus (sociali ed economiche) ci sia anche quella del senso di responsabilità.

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