La sentenza

Speronò motociclista a Montello: confermata la condanna a 14 anni per l'automobilista

Dopo la condanna in appello, il verdetto della Cassazione. Nella vicenda morì il 55enne Walter Monguzzi. Respinta l'ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa

Speronò motociclista a Montello: confermata la condanna a 14 anni per l'automobilista
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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 14 anni di carcere per il magazziniere 51enne di Montello ritenuto responsabile della morte di Walter Monguzzi, agente di commercio 55enne di Osio Sotto.

Il diverbio e lo speronamento

La vittima finì investita da una Bmw, che non aveva potuto evitarlo, dopo una lite stradale con l'imputato a Montello, in via Papa Giovanni a un rosso stop.

Secondo la ricostruzione dei fatti Monguzzi si trovava a bordo di una moto, mentre il magazziniere stava guidando una panda. I due, fermi al semaforo avevano avuto una discussione, per una precedenza e perché al motocilista sarebbe stato inavvertitamente schiacciato un piede dalla ruota della vettura. 

Ne era nata una lite. Il diverbio era proseguito una volta arrivato il verde, quando alla ripartenza il magazziniere aveva eseguito tre volte delle sterzate verso l'agente di commercio. Nell'ultima, Monguzzi aveva perso l'equilibrio, cadendo dalla due ruote nell'altra corsia. In quel momento era sopraggiunta la Bmw  che non era riuscita a impedire l'impatto.

Le tesi opposte

I legali dell'imputato, Andrea Pezzotta e Nicola Stocco, come riportato oggi (sabato 29 marzo) dal Corriere Bergamo, avevano insistito anche in ultimo grado sull'ipotesi dell'eccesso colposo di legittima difesa, chiedendo anche la caduta dell'aggravante dei futili motivi.

Per loro, lo speronamento fu un gesto istintivo del loro assistito, per difendersi da Monguzzi che, potendo andare via essendo più veloce la sua moto, era invece rimasto di fianco al veicolo continuando a discutere.

La Corte ha invece riconosciuto la tesi della pm Letizia Aloisio di omicidio volontario con dolo eventuale, in quanto il 51enne, eseguendo quelle manovre, era conscio che avrebbe potuto provocare la morte del motociclista, ma ne accettò l'eventualità.

Confermata anche l'aggravante dei futili motivi, un punto su cui aveva insistito anche l'avvocato di parte civile, Federico Pedersoli, che assiste la figlia della vittima.

Commenti
Roberta

La solita difesa, complimenti. Basta che uno abbia un'automobile ed automaticamente il reato si alleggerisce

Giuseppe Francesco

La pena è giusta non stiamo parlando di Scarface. Corredata da abbondante risarcimento economico però.

Aldo

Doveva prenderne il doppio, poi faranno passare che in regime di pena, si sia come dire; redento, e come d'incanto ce lo ritroviamo ancora in giro.

sandro

14 anni per un omicidio, che in italia ad andar bene sono 7 di carcere. La deterrrenza della pena.

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