Contagi in calo e numeri da zona gialla: la Lombardia si prepara alle riaperture
Le autorità evidenziano il costante miglioramento della curva epidemiologica, che però avviene più lentamente rispetto alle attese: «Non deve essere un liberi tutti»

La prossima settimana, nella percezione collettiva, rischia di passare quasi inosservata visto che gli occhi di tutti sono puntati al 26 aprile, il giorno in cui l’Italia imboccherà il tanto atteso cammino delle riaperture.
In anticipo sulla scadenza fissata dal decreto torneranno le zone gialle, tutti gli studenti potranno tornare in classe in presenza (eccetto che nelle zone rosse), bar e ristoranti riapriranno all’aperto e si potrà tornare a fare sport e a godersi uno spettacolo. Una sorta di ritorno alla condizione della scorsa estate, con l’unica differenza che nonostante i dati epidemiologici, oggi, siano in miglioramento, si continuano comunque a contare decine di migliaia di contagi e centinaia di morti a livello nazionale.
Rischio calcolato?
Il presidente del consiglio Mario Draghi ha detto che il Governo si è preso un «rischio calcolato», facendo affidamento sul senso di responsabilità dei cittadini per evitare un rimbalzo dei contagi e una retromarcia sul programma di riaperture.
Bisogna però anche mettere i cittadini nelle condizioni di rispettare le norme, vedasi l’esempio dei pullman strapieni durante gli orari di punta in orario scolastico. Con il ritorno in classe di tutti gli alunni, almeno a Bergamo, c’è da sperare che funzioni il conta-passeggeri installato sui mezzi dell’Atb e che i controlli, anche nelle vicinanze delle pensiline, siano più rigorosi rispetto a quanto visto nel recente passato.
Il punto sull’epidemia
Il presidente Attilio Fontana ha detto che la Lombardia «ha numeri da zona gialla» e i dati non lo smentiscono: a livello regionale sia l’indice Rt sia quello dell’incidenza di nuovi casi settimanali calcolati ogni 100 mila abitanti sono inferiori alle medie nazionali. L’Rt lombardo è pari a 0.78 (contro lo 0.85 italiano) e l’incidenza è intorno ai 164 casi ogni 100 mila persone (la media italiana è di 182 nuovi contagi).
Si conferma anche il calo nel numero dei lombardi ospedalizzati, pur restando ancora particolarmente elevata la pressione dei malati sulle strutture sanitarie e, in particolare, sui reparti di rianimazione. Su scala regionale, venerdì 9 aprile i pazienti in terapia intensiva erano 828 e quelli ricoverati nei reparti ordinari 6.252. In una settimana, i malati Covid nei reparti di area critica sono scesi a 723, ossia oltre cento in meno, mentre quelli ricoverati nei reparti ordinari nel complesso sono 4.901, un calo di oltre mille pazienti.
I contagi nella Bergamasca
Anche a Bergamo, per la quarta settimana consecutiva, la somma settimanale di nuovi contagi (aggiornata però a mercoledì scorso, 13 aprile) risultava in calo: nel complesso, dal 7 al 13 aprile, erano state accertate 1.148 positività, 604 in meno rispetto al setting precedente dell’Ats di Bergamo (-34 per cento).
In calo anche l’incidenza, passata da 153 a 100 nuovi casi ogni 100 mila abitanti. L’Ats conferma quindi il superamento del plateau e l’avvio della fase discendente della curva, in lento ma costante consolidamento.