L’ufficialità

Mozione di sfiducia contro Attilio Fontana. Compatta l'opposizione, tranne Italia Viva

Il documento, depositato al Pirellone questa mattina (venerdì 28 agosto), sarà discusso nel corso della prima seduta utile. Firmato da tutte le forze politiche di minoranza, spicca l'assenza della renziana Patrizia Baffi, già al centro delle polemiche a maggio

Mozione di sfiducia contro Attilio Fontana. Compatta l'opposizione, tranne Italia Viva
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Una gestione dell’emergenza sanitaria giudicata inadeguata, la mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, l’elevato numero di decessi degli ospiti delle Rsa. Sono soltanto alcune delle ragioni alla base della mozione di sfiducia nei confronti del presidente Attilio Fontana, depositata ufficialmente questa mattina (venerdì 28 agosto) al Pirellone.

Il documento è stato firmato, ad eccezione della sola Italia Viva, da tutte le forze politiche d’opposizione: Pd, Movimento 5 Stelle, Civici, Azione e +Europa. Tra i motivi alla base della stesura della mozione vi è anche, come riporta l’Eco di Bergamo, l’apertura dell’ospedale Covid alla Fiera di Milano, nel quale è stata ricoverata soltanto una decina di pazienti, il ritardo nella consegna al personale sanitario dei dispositivi di protezione individuale e l’affidamento diretto alla Diasorin dei test sierologici.

Il documento dal forte valore politico verrà discusso e votato nel corso della prima seduta utile del Consiglio dopo la pausa estiva, forse già l’8 o il 10 settembre. L’ultimo a firmare la mozione tra l’opposizione sarebbe stato il consigliere radicale Michele Usuelli, a lungo scettico sul testo proposto dai pentastellati. L’unica a tirarsi indietro la consigliera renziana Patrizia Baffi, che ha sempre mantenuto un atteggiamento morbido nei confronti della maggioranza, già al centro di polemiche lo scorso maggio dopo essere stata in un primo momento nominata alla presidenza della Commissione d’inchiesta Covid in Regione al posto del consigliere bergamasco del Pd Jacopo Scandella. La consigliera originaria di Codogno, in seguito alle polemiche, aveva poi rassegnato le sue dimissioni.

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