Mario, che nessuno vuole più

È fine agosto e ancora ci chiediamo dove giocherà l'ex fenomeno Balo

È fine agosto e ancora ci chiediamo dove giocherà l'ex fenomeno Balo
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Uno spettro si aggira per il campionato, il suo nome è Balotelli. "Phantom" Mario è tra noi. A Bologna lo hanno visto in un ristorante; a Chiavari lo hanno avvistato su una spider; a Bergamo farsi un giro lungo le Mura; a Verona (sponda Chievo) filosofare nei pressi dell'Arena; e a Roma, poi, giurano di averlo scorto al Pincio con la cresta un po' più giù. Ovunque ci sia una squadra alla ricerca di un attaccante, lui c'è. «Vieni da noi», «No, da noi». La folla se lo contende come un brandello di bomber. E intanto passano i giorni e Mario è ancora senza squadra. C'è stato un tempo in cui Balotelli era super, oggi è solo un divo (dis)occupato. Che l'inattesa piega degli eventi ha trasformato in un'entità da Acchiappafantasmi. Gli spiriti hanno sempre un certo fascino. Ma spaventano. Perché restano qualcosa di incomprensibile.

 

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È così che Mario è diventato l'attaccante più gettonato dalle squadre impossibili. Cominciò tutto con un post di Vrenna, il presidente del Crotone, che invitava Balotelli a mettersi in gioco, a provare un'esperienza diversa, meno roboante del solito. Altro che Milan o Liverpool: Crotone operaio, Mario! «Sarai il nostro capitano», gli dicevano. Trovata pubblicitaria o tentativo di calciomercato? Qualsiasi cosa fosse, ha fatto scuola. Da allora Balotelli è stato oggetto di numerosi inviti, più che a un party di Briatore. L'Empoli, il Modena, l'Entella, squadre di Lega Pro e persino di Eccellenza e Promozione sparse per tutto il Paese. Pure noi di BergamoPost provammo l'esperimento «e se Balotelli venisse all'Atalanta?» scatenando putiferi e divisioni. Con il risultato che Mario è ancora, con buona pace di quest'ultima settimana di mercato, un ingombrante oggetto da piazzare.

 

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Chi potrebbe tenerlo in squadra non lo vuole; chi non può, invece, invoca il suo nome come il salvatore. Appropriandosi, però, soltanto di una suggestione racchiusa dentro a un personaggio controverso, discusso, amato e odiato, compreso e poi rigettato, accettato e rifiutato. Mario che divide. Mario che ci unisce sotto il segno dell'anticonformismo. Mario che nessuno vuole più. Di lui non ci si fida: troppe "balotellate", troppo montato, troppo tatuato, troppo svogliato, e pure strapagato. Con la maglia dell'Italia ha deluso, con il Milan ha illuso. Con il Liverpool lasciamo perdere. Ma tutto questo non basta ancora; il nome Balotelli è usato per rendere il mercato più elettrizzante, più social, veramente boom. Un po' come Superman che arrivava volando per salvare il gattino sull'albero. Poi stropicciavi gli occhi e scorgevi meglio il cielo: non era un supereroe, era soltanto un calciatore.

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