Il treno da Bergamo all'aeroporto di Orio si farà, ma c'è ancora chi vorrebbe la funivia
Dopo la conferma del finanziamento da parte di Roma per il collegamento ferroviario, un lettore rilancia l'idea della cabinovia, bocciata però più volte dall'Enac

A pagina 362 del "Decreto Rilancio" (annunciato ma non ancora pubblicato, al momento) ci sono cento dei centosettanta milioni previsti per la realizzazione del collegamento ferroviario tra Bergamo e l'aeroporto di Orio. Un'opera che si attende da tempo e che ora, a quanto pare, si farà davvero. Con l'obiettivo di essere pronta per il 2026, anno in cui tra Milano e Cortina si svolgeranno i Giochi Olimpici Invernali.
Una buona notizia, che però a qualcuno fa storcere il naso. Un nostro lettore, Agostino Piccinali di Parre, scrive infatti che trova «folle» questa cifra, soprattutto quando ci sarebbe un'alternativa «costo complessivo tra i 40 e 50 milioni, ad impatto zero, consumo del suolo praticamente zero, panoramica, avanzata, bellissima, funzionale, veloce». Piccinali sta parlando del progetto della cabinovia (o funivia), presentato quattro anni fa dagli allora esponenti di Forza Italia Stefano Benigni e Jonathan Lobati.
Piccinali scrive: «Abbiamo Enti bloccanti, Amministrazioni pavide, Autorità senza coraggio di osare in progetti dove sia il bello, tecnologico e funzionale a guidare le scelte. Immaginate un viaggiatore che esce dall’aeroporto, sale sulla cabinovia senza nemmeno uscire e si ritrova sospeso a viaggiare verso Bergamo, con la visuale delle Prealpi e di Città Alta, senza code, senza gallerie, senza traffico aggiunto. Meno di un terzo il costo, metà tempo di percorrenza tra tempi risparmiati in salita e trasferimento, una fermata in stazione, da cui far partire bus elettrici già esistenti a Bergamo, verso la funicolare o verso Città Alta. Ce ne sono ovunque nel mondo, ma anche in Italia, a Bergamo no. In passato abbiamo realizzato le funicolari, ancora oggi utilizzatissime, ma ora siamo diventati “normali” ed abbiamo paura a sollevarci da terra… Eppure farebbe bene anche alla qualità della nostra aria e, considerato che più di un centro universitario sta studiando la correlazione tra inquinamento e impatto di Covid-19, il tema dovrebbe trovarci molto interessati».

I lati positivi della cabinovia, sottolineati da Piccinali, sono indiscutibili. E anche nel 2016 se ne parlò molto, con anche il sindaco Giorgio Gori che non si disse contrario a prescindere al progetto. Ma a bocciarlo, e a farlo definitivamente naufragare, fu il parere netto dell'Enac: l’Ente nazionale per l’aviazione civile definì in più occasioni il progetto incompatibile con lo scalo. All'epoca, Benigni e Lobati, col supporto anche di Alessandro Sorte, allora assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti in Regione, dissero che il parere dell'Enac non fosse decisivo prima della presentazione della presentazione di un vero progetto esecutivo, ma di fatto non se ne fece nulla.