Battaglia legale

Minacce dell'estrema destra al giornalista Paolo Berizzi, in dieci a processo a Bergamo

La firma di "Repubblica" vive sotto scorta dal 2019. In aula presenti anche i rappresentanti Fnsi e Ordine dei Giornalisti

Minacce dell'estrema destra al giornalista Paolo Berizzi, in dieci a processo a Bergamo
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Si è svolta oggi, lunedì 4 aprile, alle 10.30 a Bergamo la prima udienza del processo per minaccia e diffamazione nei confronti del giornalista bergamasco di Repubblica Paolo Berizzi, che vede imputate dieci persone riconducibili agli ambienti dell’estrema destra.

Le intimidazioni e le offese erano comparse nel 2019 sulla pagina Facebook “Nazitalia”, fatto che aveva spinto Berizzi a sporgere denuncia, portando all’apertura di 16 procedimenti in tutto il Paese e costringendo il giornalista a vivere sotto scorta fino a oggi. Nell’aula del Tribunale era presente uno solo degli imputati, il quale si è detto estraneo ai fatti contestati, mentre a sostegno del giornalista c’era Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana e rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti, i quali hanno chiesto di costituirsi parti civili unendosi alla domanda avanzata dalla vittima delle minacce e dal suo avvocato Paolo Tabasso. Presenti anche Paolo Perucchini, segretario dell’Associazione lombarda giornalisti, membri dell’associazione Libera e le telecamere dei cronisti.

La riserva sarà sciolta dal giudice Roberto Palermo nell’udienza del 15 luglio prossimo, quando sarà affrontata la tematica della competenza territoriale, avanzata anche da alcuni dei legali della difesa. Il reato di minaccia è contestato solo a due soggetti, per tutti gli altri l’accusa è quella di diffamazione.

«In questi mesi hanno provato a scrivere lettere, ad accampare scuse creative per evitare di andare alla sbarra. Ma io non mi fermo, vado fino in fondo - ha dichiarato Berizzi -. Voglio giustizia, non solo per me e per tutti coloro che mi sostengono oggi, ma anche perché credo che la Costituzione Italiana vada rispettata, una Costituzione antifascista e antirazzista».

Si unisce a lui nel ribadire l’importanza del procedimento il presidente Fnsi Giulietti: «Questo è un processo che ha un’assoluta valenza nazionale, la speranza è che finisca, perché non sono minacce solo contro Berizzi, sono minacce contro decine di croniste e di cronisti, ma anche fra l’altro all’articolo 21 della Costituzione, al diritto di cronaca e libertà di informazione».

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