Il video dell'attacco

Molotov contro il centro vaccinale di Brescia: in carcere due no vax accusati di terrorismo

Arrestati questa mattina (sabato 1 maggio) Paolo Pluda, classe 1969, bresciano, e Nicola Zanardelli, classe 1970, originario di Monticelli Brusati: Pesanti le accuse

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C’è la mano di due no vax dietro il lancio di due molotov incendiarie contro il centro vaccinale di via Morelli, a Brescia. Come riportano i colleghi di PrimaBrescia, a finire in carcere questa mattina (sabato 1 maggio), arrestati dai i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Brescia, sono stati Paolo Pluda, classe 1969, bresciano, e Nicola Zanardelli, classe 1970, originario di Monticelli Brusati. Entrambi sono accusati di atti di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi e porto e detenzione di armi da guerra.

I fatti risalgono all’alba del 3 aprile: fortunatamente, le fiamme avevano bruciato solo parte della copertura della tensostruttura che ospitava la mensa degli operatori e nella quale, di conseguenza, non erano conservati vaccini o materiale sanitario di altro tipo. L’attività del centro vaccinale aveva subito qualche ritardo, ma nel corso della mattinata le somministrazioni avevano ripreso senza che accadessero ulteriori spiacevoli sorprese.

Le indagini si sono concentrate sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza e di rilevazione delle targhe dei veicoli presenti a Brescia, grazie ai quali è stata individuata l’automobile utilizzata per l’atto incendiario.

Nei confronti di Pluda, incensurato e mai al centro d’indagini di criminalità eversiva, gli inquirenti hanno scoperto una convinta adesione a tesi negazioniste e no vax, oltre a una spiccata ostilità nei confronti delle istituzioni per il modo in cui hanno gestito la crisi sanitaria. Anche per Zanardelli, dal punto di vista ideologico, è emerso un orientamento verso le interpretazioni più violente e oltranziste delle tematiche populiste, no vax e anti-istituzionali, manifestate in particolare sul web e nei social network.

I militari dell’Arma, in seguito all’arresto, hanno anche eseguito nelle province di Bresca e Verona perquisizioni nei confronti di alcune persone che erano in rapporti con gli indagati.

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Le indagini

La svolta è arrivata dopo che gli investigatori hanno isolato alcune immagini in cui si vedeva la coppia indagata al lavoro per preparare le bombe molotov. Prova evidente della volontà di sabotare la campagna vaccinale intimidendo la popolazione e alimentando il clima d’incertezza, oltre che della possibilità che mettessero in atto altre azioni violente e danneggiamenti.

Paolo Pluda, poco prima dell’attacco, aveva postato sul proprio profilo Facebook il messaggio: «Se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma “la paura” e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni».

I possibili danni del rogo

L’incendio alimentato dagli ordigni non si è propagato all’intero padiglione, nel quale vengono somministrate circa mille dosi di vaccino al giorno, solo per la resistenza ignifuga della tensostruttura e per altre cause fortuite. A pochi metri dal principio di incendio, inoltre, correvano cavi elettrici che se avessero preso fuoco avrebbero interrotto l’alimentazione della catena del freddo, rendendo inutilizzabili i vaccini.

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