Val Gandino oltre la pandemia

Patrizio a casa dopo cinque mesi d'ospedale. L'incredibile odissea Covid dei fratelli Moretti

Festeggiato da familiari e amici per il ritorno: era stato ricoverato l'11 marzo e ha perso 25 chili. Il fratello Franco non ce l'ha fatta, Luigi, Simone e Guido, ma anche la moglie Margherita hanno vinto dure battaglie.

Patrizio a casa dopo cinque mesi d'ospedale. L'incredibile odissea Covid dei fratelli Moretti
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di Giambattista Gherardi

Cinque, interminabili mesi, per uscire dal tunnel e riabbracciare una grande famiglia che alla pandemia ha pagato un tributo pesante. È stata festa grande mercoledì 12 agosto in Val Gandino per il ritorno a casa di Patrizio Moretti, originario di Cazzano Sant'Andrea e residente a Casnigo. Patrizio era stato ricoverato d’urgenza l’11 marzo all’ospedale di Esine (Brescia) nei giorni più duri dell’emergenza, quando le sirene delle ambulanze erano triste colonna sonora delle varie comunità insieme ai rintocchi mesti delle campane. Suoni e vicende che purtroppo hanno toccato profondamente la famiglia Moretti: Patrizio, 65 anni, è infatti componente di una vera e propria “tribù”, che in un infinito stato di famiglia lo vede a fianco dei fratelli Rita, Franco, Luigi, Simone, Romualdo (per tutti Aldo) e Guido.

Il Covid ha colpito duro da subito, con Luigi, residente a Cazzano Sant'Andrea ricoverato già a febbraio in gravi condizioni all’ospedale di Piario, dove ha lottato per due settimane fra la vita e la morte prima di essere fortunatamente dimesso. Non ce l’ha fatta invece Franco, 80 anni, morto a marzo agli Spedali Civili di Brescia. Colpiti gravemente anche gli altri fratelli: Simone, ricoverato a Esine il 14 marzo e salvato dal casco Cpap dopo tre settimane di degenza, e Guido, curato a casa per tre settimane.

Patrizio Moretti all'uscita dall'ospedale

«Se ripensiamo a quei giorni - raccontano Paola e Federica, figlie di Patrizio, insieme alla cugina Elsa, figlia di Luigi - tutto appare incredibile, un vero e proprio incubo che vorremmo cancellare. Non dimenticheremo mai i messaggi ripetuti e carichi di apprensione postati nel gruppo Whatsapp creato fra noi cugine (siamo una dozzina). Abbiamo visto papà con qualche videochiamata e durissimo è stato il momento in cui abbiamo purtroppo dovuto comunicargli la morte del fratello Franco. Il Covid 19 lascia nella nostra famiglia ferite profonde, ma ora la gioia di rivedere papà Patrizio finalmente a casa apre il cuore e ci consente finalmente di guardare avanti». Fra febbraio e marzo l’incrociarsi delle quarantene (in molti casi decise “fai da te”, in assenza di tamponi di controllo) ha costretto la grande famiglia Moretti a sigillarsi in casa. Solo Aldo (conosciuto in Valle come atleta di vaglia con il soprannome di "Spazzola") non ha avuto problemi.

Patrizio Moretti con i fratelli davanti alla sua abitazione

Patrizio Moretti, persona molto conosciuta in Val Gandino, è stato per anni operaio al Tappetificio Radici di Cazzano Sant'Andrea. Con la moglie Margherita (pure colpita e soccorsa in ambulanza nei giorni della pandemia) ha condiviso una vita di lavoro e sacrifici. Gente che nella grande famiglia Moretti e in paese ha condiviso la gioia di una socialità semplice, con Patrizio impegnato spesso in infinite partite a carte. «La vicinanza di tante persone - aggiunge Federica - è stata importante. Dobbiamo un enorme ringraziamento a tutti i medici e al personale sanitario che hanno seguito papà Patrizio in queste settimane senza fine, ma anche agli amici e ai vicini di casa, a Patrizia, che in tanti frangenti sono stati prezioso supporto».

Ad accogliere Patrizio c’era un enorme striscione con la scritta “La gioia di rivederti, compensa quanto ci sei mancato: Patrizio, BENTORNATO!”, ma c’erano soprattutto i sorrisi infiniti dei familiari e degli amici. Ora ci sarà tempo e modo per riprendersi appieno (durante la degenza Patrizio è arrivato a perdere più di 25 chili), per raccontare e sorridere. La vita è adesso, sempre.

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