Il verbale

Per Alzano e Nembro furono proposte «misure restrittive già adottate nella zona rossa»

Il documento è stato reso noto da Regione Lombardia e contiene il parere del Comitato tecnico scientifico sulla base dell'aumento di casi in provincia, in particolare nei due comuni della Val Seriana

Per Alzano e Nembro furono proposte «misure restrittive già adottate nella zona rossa»
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«Il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa anche in questi due comuni, al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue. Questo criterio oggettivo potrà, in futuro, essere applicato in contesti analoghi». Si parla di Alzano Lombardo e Nembro. Come riporta l’Eco di Bergamo, il riferimento contenuto nel verbale redatto il 3 marzo è chiaro: la mancata istituzione in Val Seriana della zona rossa.

Il documento non è tra quelli desecretati dal Governo e pubblicati sul sito della Fondazione Einaudi ma è stato reso noto da Regione Lombardia, che lo ha consegnato al consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta, autore di numerose richieste di accesso agli atti.

Quel giorno si svolse una riunione del Comitato tecnico scientifico chiamato a dare un parere sull’opportunità o meno di intervenire anche nella Bergamasca con provvedimenti più restrittivi per limitare i contagi. E la posizione degli esperti, come traspare da queste poche righe è netta; era necessario chiudere e, in futuro, qualora si fossero presentare casi analoghi, intervenire alla stessa maniera. L’invito all’Esecutivo è però caduto nel vuoto. Nei primi giorni di marzo, infatti, furono inviati in provincia 250 uomini tra Polizia, Arma dei carabinieri e Guardia di Finanza per sigillare i due comuni della Valle che però non entreranno mai in azione. A distanza di 72 ore Roma opterà per l’istituzione di una “zona arancione” su tutta la Lombardia.

L’invio di un gran numero di militari per chiudere Alzano e Nembro è confermato anche in una relazione della Camera relativa all’indagine conoscitiva sulle condizioni del personale impiegato nell’operazione Strade Sicure. Nell’atto si cita il generale di corpo d’armata Claudio Berto, comandante in capo delle Truppe Alpine, che intervenendo a un’audizione alla Camera ha spiegato che i militari sarebbero stati pronti a cinturare anche altre zone rosse eventualmente individuate in Lombardia. In particolare, tra il 5 e l’8 marzo sono state mobilitate 136 unità. La relazione della Camera contiene anche un rapporto relativo ai viaggi effettuati dell’Esercito per portare fuori dalla provincia le salme in attesa della cremazione. Dal 18 marzo al 24 aprile 207 automezzi trasportarono 957 feretri per un totale di 43 viaggi.

Tornando alla mancata zona rossa, il verbale contenete il parere degli esperti è stato inoltrato dalla stessa Regione al Presidente del Consiglio e al Ministero della Salute, reiterando la richiesta (condivisa dal Comitato tecnico scientifico) di istituire misure di contenimento dell’infezione più drastiche. Nel frattempo, in merito a questo argomento, procede l’inchiesta condotta dalla Procura di Bergamo.

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