Il dato

Quattro i casi di “variante inglese” registrati nella Bergamasca da Natale a oggi

Positivi con sintomi lievi che sono stati in Inghilterra. Per loro scatta isolamento e tracciamento. La sequenza variata del virus viene individuata inviando i tamponi sospetti a Pavia e Milano

Quattro i casi di “variante inglese” registrati nella Bergamasca da Natale a oggi
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Sono ancora pochi, ma bastano per far alzare il livello di guardia. Quella che è stata chiamata per giorni la “variante inglese”, e che ancora viene chiamata così anche se solo inglese non lo è, sta facendo capolino anche nella nostra provincia. Sono quattro i tamponi positivi, da Natale oggi, a tale variante registrati nella Bergamasca da quanto è stato inserito il controllo obbligatorio in tal senso per chi arriva da Oltremanica. Ne parla oggi L’Eco di Bergamo.

Come si individuano i casi

L’indagine approfondita che viene fatta solo per chi già risulta genericamente positivo al tampone: se il test molecolare di chi arriva dall’Inghilterra è positivo, lo si trasmette ai laboratori specializzati per capire se corrisponde alla sequenza del virus mutata. Per i quattro casi individuati «la positività si è tradotta giusto in qualche sintomo lieve e nulla più», ha spiegato Lucia Antonioli, alla guida del Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria dell’Ats di Bergamo.

Non ci sono laboratori in provincia

La ricerca delle varianti, per ora, non viene effettuata dai laboratori degli ospedali bergamaschi: i tamponi dalla nostra provincia vengono inviati ai laboratori dell’ospedale San Matteo di Pavia oppure al Sacco di Milano per il lavoro di sequenziamento. Nel frattempo, ovviamente, scatta l’isolamento del paziente per contenere i contatti. Con tanto di tracciamento «garantito al 99%», assicura Antonioli. Anche perché adesso i numeri dei nuovi positivi sono decisamente più contenuti rispetto alle altre province lombarde, quindi non è più una missione impossibile.

Il contact tracing

Le inchieste epidemiologiche di Ats Bergamo possono contare su un team di rinforzo: i medici inviati dalla Protezione civile che, dallo scorso novembre, danno un mano ai tracciatori di Ats. Oggi ne sono rimasti solo 5, che resteranno fino a fine gennaio, mentre fino al 18 gennaio il gruppo era composto da ben 25 camici bianchi.

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