il bilancio dei primi 18 giorni

In Fiera ricoverati 27 pazienti gravi. La pressione sulle terapie intensive resta forte

Due pazienti su tre provengono dalle province lombarde più colpite dai contagi. Il Papa Giovanni ha completato oggi, venerdì 20 novembre, l’attivazione dei 24 posti letto nei moduli di sua competenza. Dal 2 novembre sono stati ricoverati complessivamente 36 malati

In Fiera ricoverati 27 pazienti gravi. La pressione sulle terapie intensive resta forte
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Nei primi diciotto giorni dalla sua riattivazione, nel presidio medico avanzato in Fiera sono stati curati 36 pazienti bisognosi di cure intensive, grazie all’impegno di 21 medici e 63 infermieri. Altri 13, invece, sempre dallo scorso 2 novembre, sono stati trasferiti all’ospedale Papa Giovanni XXIII (1 per l’aggravarsi del suo quadro clinico, 12 per il miglioramento delle condizioni di salute).

Nonostante i primi timidi segnali positivi, resta forte la pressione esercitata sui reparti di terapia intensiva lombardi: il quadro d’aggiornamento eseguito ieri, giovedì 19 novembre, parla di 27 pazienti ricoverati nei padiglioni di via Lunga, con un’età media intorno ai 71 anni: di questi, 19 si trovano nei due moduli gestiti dal Papa Giovanni (in sinergia con il personale proveniente dagli altri ospedali pubblici e privati della provincia e del sud-est della Lombardia) mentre 8 sono in quello affidato agli Spedali Civili di Brescia. Nel frattempo, il Papa Giovanni ha completato oggi, venerdì 20 novembre, l’attivazione dei 24 posti letto nei moduli di sua competenza, mentre i Civili di Brescia sono al lavoro per completare il proprio modulo da 12 letti per le cure intensive.

La provenienza dei malati mostra però che, fortunatamente, la Bergamasca rispetto alla primavera è stata colpita meno violentemente dai contagi. Nello specifico, delle 27 persone ricoverate in via Lunga, 9 sono bergamaschi, 9 milanesi, 5 bresciani, 3 provengono dal Varesotto e 1 dal Lecchese. «L’ospedale oggi è a pieno carico – sottolinea il direttore generale Maria Beatrice Stasi -, con pazienti che provengono da tutta la regione. Due pazienti su tre attualmente ricoverati in Fiera vengono da fuori provincia. Insieme a tanti professionisti di altre strutture del sistema sanitario regionale, pubbliche e private, condividiamo l’impegno di restare un passo davanti al virus. Il nostro contributo e la nostra solidarietà non stanno mancando perché abbiamo già vissuto in prima persona questa primavera l’escalation del contagio con le sue conseguenze drammatiche per i pazienti e le famiglie, oltre ai pesanti effetti sulle strutture e sul personale sanitario».

Se alle persone curate in Fiera si aggiungono anche i 31 malati Covid nell’area critica dell’ospedale di Bergamo si arriva ad un totale di 58 pazienti gravi e gravissimi attualmente gestiti nelle strutture che fanno capo all’Asst Papa Giovanni XXIII. Nonostante il carico di lavoro, lo sforzo organizzativo messo in campo per trovare posti letto aggiuntivi ha consentito da un lato di alleggerire la pressione ospedaliera nelle provincie con la più alta circolazione del virus, dall’altro di salvaguardare il ruolo di ospedale hub per il Covid e per tutte le patologie tempo dipendenti quali infarti, ictus, interventi urgenti di neurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia vascolare e traumi dell’età adulta e pediatrica. Settori di intervento che, come previsto da Regione Lombardia, restano in capo al Papa Giovanni.

Da lunedì 23 novembre, infatti, scatterà la “seconda fase” per i padiglioni della Fiera: non più solo hub per i pazienti Covid gravi, ma anche presidio per i contagiati delle aree lombarde più colpite che necessitano di una medio-bassa intensità di cura. In via Lunga saranno allestiti 30 nuovi posti, che potranno arrivare a 50 sulla base delle necessità, portando quindi a 225 i letti ordinari di area medica messi a disposizione complessivamente dal Papa Giovanni. La Direzione medica dei letti aggiuntivi è affidata a Marco Rizzi, direttore delle Malattie infettive del Papa Giovanni. La direzione infermieristica e il personale delle professioni sanitarie sono in via di definizione e reclutamento sotto la supervisione di Simonetta Cesa. Preziosissima, ancora una volta, la collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini che, oltre ad occuparsi della logistica, in queste ore è impegnata a reclutare unità di personale medico e infermieristico aggiuntive tra i suoi volontari che non siano già impegnati in altre strutture ospedaliere lombarde e nazionali. Nelle altre aree della Fiera proseguono, nel frattempo, anche le attività vaccinali e quelle relative ai tamponi in capo al Papa Giovanni.

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