Ucciso in azienda

Sentenza sull'omicidio Gozzini: per i giudici il movente rimane oscuro e non ci fu premeditazione

Domenico Gottardelli sostiene gli avesse rubato 300mila euro, ma la colf nega. Non regge nemmeno l'ipotesi sul traffico di minori

Sentenza sull'omicidio Gozzini: per i giudici il movente rimane oscuro e non ci fu premeditazione
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Un omicidio in cui manca il movente o, per essere più precisi, non è dato conoscerlo. Si tratta della principale considerazione della sentenza con cui, lo scorso settembre, Domenico Gottardelli è stato condannato a 24 anni di carcere (senza aggravante della premeditazione) per aver ucciso l'amico Fausto Gozzini.

Le ipotesi non hanno convinto

Il delitto avvenne il 14 settembre 2022 nell'azienda della vittima, la Classe A energy di Casale Cremasco, dove il 79enne di Covo si presentò, arrivando in macchina, imbracciando un fucile con il quale freddò il 61enne di Romano di Lombardia. Una vicenda che fin da subito aveva mostrato elementi poco chiari, tra i quali appunto le motivazioni del killer. Gottardelli, infatti, idraulico in pensione, aveva dichiarato agli inquirenti che Gozzini gli aveva rubato, in combutta con la colf che puliva casa sua (con la quale l'amico aveva una relazione, ndr), trecentomila euro che teneva in una scatola in garage.

Sentita dagli investigatori, come riportato oggi (martedì 28 novembre) dal Corriere Bergamo, la signora aveva in effetti ammesso di essere stata l'amante dell'imprenditore assassinato circa sette anni prima, per quattro-cinque mesi, ma di non aver mai preso niente all'imputato. Inoltre, ha affermato che non era a conoscenza, né aver tantomeno aveva visto, nel box di casa sua, soldi oppure armi. Il 61enne non gliene aveva mai parlato, anche se invece il suo datore di lavoro le aveva detto che, oltre al rapporto di amicizia, tra loro c'erano anche rapporti d'affari, che riguardavano investimenti immobiliari sia in Tunisia che a Dubai, negli Emirati Arabi. Gottardelli  non l'aveva mai licenziata e, inoltre, le chiavi della sua dimora di Covo le aveva tenute fino al giorno del delitto.

D'altra parte, secondo il tribunale di Cremona non regge nemmeno il possibile movente fornito dalla moglie del morto, che aveva riferito di un presunto traffico di minorenni in Tunisia, dove Gozzini aveva un'abitazione a Susi, che affittava al conoscente e che poi, saputo di queste situazioni poco chiare, non gli aveva più concesso.

Un possibile movente economico

Per la Corte un possibile movente, sebbene senza certezze processuali, si potrebbe ravvisare in problemi di tipo economico tra i due, collegati agli affari nei paesi stranieri, nei quali Gottardelli si recava del resto abitualmente. Nello specifico, come suggerito dai giudici, in questioni irrisolte di dare-avere. Inoltre, per gli ermellini non ci sarebbe stata premeditazione, in quanto l'assenza di precedenti sopralluoghi e indizi di progettazione dell'omicidio lascerebbe intuire che l'anziano non l'avesse in alcun modo pianificato. Piuttosto, si sarebbe trattato di un gesto estremo dettato dalla rabbia.

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