Il tour di Salvini a Cene, Sorisole e Almè. Con una promessa: «Tornerò da premier»
Il leader del Carroccio ha girato la Bergamasca in vista del referendum e delle elezioni amministrative. Al centro il processo del 3 ottobre a Catania e la scuola, ma anche il referendum le sconfitte del "suo" Milan contro l'Atalanta
Mattinata di campagna elettorale in Bergamasca per il leader della Lega, Matteo Salvini, che mercoledì 16 settembre ha tenuto comizi a Cene, Almè e Sorisole, dove il Carroccio candida alla carica di sindaco rispettivamente Edilio Moreni, Massimo Bandera e Stefano Vivi. Il breve tour ha preso le mosse da Cene, dove “il Capitano” ha reso omaggio al defunto sindaco Giorgio Valoti ricordandolo in apertura e visitando successivamente il cimitero. Nonostante in Val Seriana si voti anche a Clusone (dove Salvini ha inviato un video augurale), il leader del Carroccio ha scelto lo storico feudo in cui, nel 1990, fu eletto Franco Bortolotti, primo sindaco leghista di tutta Italia.
«Se c’è tanta gente in una mattinata lavorativa di settembre - ha detto sulla piazza davanti al Municipio – è segno che abbiamo costruito qualcosa di buono. Squadra che vince non si cambia». Per la verità, la lista del Carroccio a Cene guidata da Moreni ricandida solo due esponenti dell’amministrazione uscente, che dovrà vedersela in un confronto che si annuncia serrato e all’ultimo voto con la Lista Civica che candida Anna Gusmini.
A Sorisole, il segretario lumbard ha arringato i presenti (molte le donne con cellulare d’ordinanza in modalità ripresa e pochi i vessilli del Carroccio) sulla piazza principale, replicando i temi più caldi del momento. «Sono venuto in Bergamasca da italiano per dirvi grazie per quanto avete fatto durante la pandemia», ha esordito Salvini ricordando i giorni dell’emergenza, passando poi in rassegna il processo ormai imminente (3 ottobre) che lo vedrà imputato a Catania, la paura del ritorno alla legge Fornero «per colpa del Pd» e i problemi della ripresa scolastica. «La ministra Azzolina non è degna di restare al suo posto - ha detto -, dovrebbe comprarsi un banco con le rotelle e farsi il giro della Val Brembana».
Proprio in Val Brembana, secondo Salvini, ci sono «scuole che la prossima settimana dovranno chiudere perché manca più di metà degli insegnanti». Salvini ha lanciato la candidatura a sindaco di Stefano Vivi (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia), che dovrà vedersela con le liste civiche di Massimo Biaggi (che ha lasciato l’amministrazione uscente) e Stefano Stecchetti. Analogo canovaccio del leader leghista anche ad Almè, dove Salvini ha incontrato i suoi sostenitori (accompagnato come in precedenza da parlamentari e consiglieri regionali bergamaschi). Qui il pubblico ha esposto i classici striscioni “Processate anche me!” e il segretario (come già avvenuto a Sorisole) ha assicurato grande impegno: «Non si molla mai - ha detto -, a parte a Bergamo dove devo dire, da milanista, che prendiamo solo mazzate». Ha poi ripetuto l’invito a votare l’ex sindaco Massimo Bandera, che dopo essere decaduto per la fronda interna alla lista del Carroccio dovrà vedersela con la lista civica “Almè 24011” di Rosa Gelsomino.
Il finale, stimolato da alcuni commenti dei presenti, ha riguardato forse un poco a sorpresa il referendum per la riduzione del numero dei parlamentari. Salvini ha assicurato di «votare "sì", perché l’ho fatto quattro volte anche in Parlamento e non sono un voltagabbana come Renzi». Ma ha anche aggiunto che «se voi votate "no", non mi offendo. Sono padrone a malapena del mio voto, non del vostro». Al termine del tour, una boutade a effetto: «Tornerò ad Almè per una partita di calcio o un bagno in piscina, anche se poi la Gruber dice che mi metto in costume e non va bene. Ma soprattutto tornerò da Presidente del Consiglio».