Ultimo week-end in zona gialla, l'aumento di contagi e ricoveri in Lombardia fa paura
I focolai e la diffusione della variante inglese mettono la Lombardia in fascia di rischio alta. Regione spera nelle vaccinazioni straordinarie e nel cordone sanitario per contenere l'aumento della curva epidemiologica
In Lombardia si è ormai davanti alle avvisaglie di quella che pare sempre più essere la terza ondata della pandemia. In alcuni territori, in particolar modo Brescia, i contagi sono letteralmente esplosi a causa dei numerosi focolai e della diffusione della variante inglese.
Nel disperato tentativo di arginare l’aumento dei casi, provando a giocare con un po’ meno di ritardo nei confronti del virus, Regione Lombardia ha creato zone rosse a livello comunale, soprattutto in provincia di Milano, e un cordone sanitario tra le provincie di Bergamo e Brescia: 8 comuni bergamaschi sono entrati in zona rossa rafforzata, praticamente l’anticamera del lockdown duro visto a marzo dell’anno scorso.
La contro-mossa del Pirellone
Anche il piano vaccinale lombardo è stato modificato in corsa: il consulente Guido Bertolaso ha annunciato una campagna di somministrazioni straordinarie (senza toccare quelle destinate agli over80) per i cittadini dai 60 ai 79 anni residenti nei comuni più colpiti da contagi. Due i centri vaccinali a disposizione dei bergamaschi: a Chiuduno, per i residenti del distretto Bergamo Est, e ad Antegnate, per chi abita nella Bassa.
Il punto sull’epidemia
Secondo i dati elaborati nel monitoraggio settimanale condotto dall’Istituto superiore di sanità, la nostra regione presenta un rischio epidemiologico alto. Per quel che riguarda più nello specifico la Bergamasca l’Ats ha sottolineato, non senza preoccupazione, che l’incidenza di nuovi casi è tornata ai livelli di inizio novembre, ossia è pari a 137 casi ogni 100 mila abitanti. Soltanto un mese fa l’incidenza era pari a 67 nuovi casi al giorno, cifre quasi da zona bianca.
La curva epidemica è in sostanziale incremento, così come anche la media giornaliera dei casi incidenti della settimana che ha raggiunto la soglia di 209 nuovi positivi quotidiani, contro le 146 positività al giorno della settimana scorsa.
Anche l’età media dei positivi è drasticamente scesa, assestandosi a 41 anni contro i 62 anni della prima ondata. La quota di positivi accertati sul totale dei tamponi diagnostici è tornata al 7 per cento.
I numeri
I timori di un aumento incontrollato dei contagi traspaiono anche dalle parole del sindaco Giorgio Gori che in un post su Facebook ha fatto un breve elenco del numero di positivi accertati ieri, venerdì 26 febbraio: «358 nuovi contagi oggi a Bergamo, 918 a Brescia, 505 a Monza, 365 in provincia di Varese». Ripercorrendo a ritroso la progressione a Bergamo giovedì se ne erano contati 329, mercoledì 207, martedì erano 126 e lunedì 186.
Sempre ieri in Lombardia erano stati accertati 4.557 nuovi contagi a fronte di 46.725 tamponi analizzati (tra molecolari e antigenici rapidi) per un indice di positività del 9,7%. In aumento anche la pressione sugli ospedali legata all’aumento dei ricoveri.
Lunedì scorso (22 febbraio) i pazienti in terapia intensiva erano 391 e quelli ricoverati nei reparti ordinari 3.826. Ieri i malati nei reparti di area critica erano 416 (ossia 25 in più), mentre quelli ricoverati nei reparti ordinari nel complesso erano 4.034 (ossia 208 in più).