Scintille

Violi: «Gallera faccia un passo indietro». Si moltiplicano le voci sulle dimissioni dell'assessore

Il consigliere bergamasco dei Cinque Stelle chiede ufficialmente che il numero uno regionale del Welfare lasci. Nei giorni scorsi, era stato il Pd a farlo. E nella coalizione di centrodestra si pensa a un rimpasto della Giunta per "farlo fuori"

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«Da oggi, per noi del Movimento, la strada sarà questa, visto che non potremo aspettarci la verità dalla Commissione d'inchiesta»: passa dal fioretto alla sciabola il consigliere regionale bergamasco pentastellato Dario Violi, che con queste parole chiude il comunicato in cui chiede ufficialmente le dimissioni dal ruolo di assessore regionale al Welfare di Giulio Gallera. Dopo il caos scoppiato ieri (26 maggio) a Palazzo Lombardia per la nomina alla presidenza della Commissione consiliare d'inchiesta sull'emergenza Covid di Patrizia Baffi di Italia Viva, i Cinque Stelle hanno deciso di passare alle "maniere forti".

Il mese scorso, le opposizioni avevano presentato una mozione di sfiducia nei confronti dell'intero assessorato al Welfare, bocciata anche perché non votata proprio da Baffi. Ora bisognerà vedere se dalle parole si passerà ai fatti con un'azione ufficiale in quel del Consiglio regionale. Di certo c'è che il clima politico attorno a Gallera si sta facendo sempre più rovente. Lunedì, dopo la gaffe relativa alla spiegazione dell'indice Rt, era stato il parlamentare dem (anche lui bergamasco) Maurizio Martina, sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, a chiedere le dimissioni dell'assessore regionale.

Anche all'interno della stessa maggioranza, inoltre, la posizione di Gallera sembra essere sempre meno salda. Da qualche giorno, infatti, in seno alla coalizione di centrodestra in Regione si parla di un possibile rimpasto della Giunta, con una sostituzione proprio alla guida dell'assessorato al Welfare. Secondo Repubblica, nelle ultime riunioni interne alla Lega anche il leader Matteo Salvini si sarebbe detto favorevole. Dal canto suo, il governatore Attilio Fontana (che ufficialmente non commenta) avrebbe detto: «Se questa cosa (il rimpasto, ndr) non la facciamo adesso, non la facciamo più». Sarà dunque un mese di giugno caldissimo in Regione e soprattutto per Gallera, che dopo essere stato sulla cresta dell'onda politica nelle prime settimane dell'emergenza, tanto che si era ipotizzata anche una sua prossima candidatura a sindaco di Milano, è stato poi travolto dalle polemiche sulla gestione dell'emergenza Covid e dalle inchieste aperte un po' in tutta la Lombardia, anche per i tanti morti nelle Rsa.

Lui, dopo essere stato "messo da parte" nelle conferenze stampa quotidiane della Regione, non ha certo migliorato la sua posizione con le sue uscite, spesso maldestre dal punto di vista comunicativo, ultima appunto quella sull'indice di contagiosità Rt lo scorso fine settimana. E anche all'interno del suo stesso partito, Forza Italia, sono sempre di meno quelli pronti a difenderlo. Secondo diversi azzurri, il destino da assessore di Gallera sarebbe già segnato.

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