I motivi del no degli esperti del Cts alla riapertura (in zona gialla) dei ristoranti alla sera
La richiesta di una riapertura serale era stata avanzata dalla Lombardia a inizio febbraio. La nuova crescita della curva epidemiologica spaventa però gli scienziati
In zona gialla i ristoranti possono servire al tavolo i clienti a pranzo, ma a cena no. Una circostanza che è stata giudicata da molti come eccessivamente penalizzante: diversi esercenti hanno infatti evidenziato che la probabilità di contagiarsi quando si è seduti intorno a un tavolo non cambia dalla sera alla mattina.
Ci sono però diverse ragioni alla base di questa decisione del Cts, in primis il rischio rappresentato dalle varianti del Covid. Le aperture serali favorirebbero maggiormente gli spostamenti delle persone e, di conseguenza, sia gli assembramenti all’esterno dei locali sia la diffusione del virus.
La richiesta di una riapertura serale era stata avanzata dalla Lombardia, in virtù del buon andamento della curva epidemiologica. Da ormai tre settimane, però, il trend discendente si è invertito e nonostante la Lombardia sia rimasta gialla per la terza settimana consecutiva i timori di una recrudescenza dell’infezione si stanno via via identificando.
Dovrà quindi essere il Governo a stabilire le nuove modalità di apertura dei ristoranti (il Dpcm scadrà il prossimo 5 marzo). Un punto all’ordine del giorno del vertice di lunedì (22 febbraio) tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Affari regionali), che dovranno anche decidere se prorogare il divieto di spostamento tra Regioni in scadenza giovedì prossimo (25 febbraio).