Commercio in Bergamasca

Negozi sotto casa, Isola a rischio desertificazione. La zona più vivace è la Val di Scalve

Secondo la mappatura di Confcommercio Bergamo, grazie al turismo vanno bene le valli e il Sebino, ma la pianura è in difficoltà

Negozi sotto casa, Isola a rischio desertificazione. La zona più vivace è la Val di Scalve
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Le città in cui si concentra la forza commerciale, la Val Seriana e il Sebino con discreti numeri grazie al turismo, la Val Brembana che tiene e diverse criticità in pianura e nella Bassa. Questa la fotografia che arriva dalla mappatura di Confcommercio Bergamo sul territorio della nostra provincia, resa nota oggi (mercoledì 6 novembre) e che mostra sia l'indice di vivibilità (esercizi ogni mille abitanti), che di vivacità (pubblici esercizi ogni mille abitanti) e prossimità (alimentari ogni mille abitanti).

Il tutto con una suddivisione per aree geografiche e bacini di riferimento, sulla base di dati Istat e della Camera di commercio al primo semestre 2024. Tra le zone indagate, la città e il suo hinterland, i centri sopra i ventimila abitanti e i loro bacini di riferimento, le valli, il Basso e l’Alto Sebino, l’Isola, la Val Calepio e la Val Cavallina e la pianura.

Vivibilità alta nelle città, discreta in Val Seriana e Sebino

Sia Bergamo che il comune di Treviglio mantengono una concentrazione di negozi molto più alta e continuano a rappresentare un richiamo commerciale per lavoratori, studenti e consumatori residenti anche in altre aree. La città di Bergamo, con 33,7 negozi ogni mille abitanti, ha una densità doppia rispetto agli altri centri della provincia sopra i ventimila abitanti. A presentare l’indice più basso tra i centri principali – probabilmente per l’immediata vicinanza alla città- è Seriate che, nonostante i 25.560 residenti, presenta 14,7 attività ogni mille abitanti. Meglio, tra i comuni più grandi, Romano di Lombardia, con 346 attività per 20.755 residenti, 16,7 ogni mille abitanti; anche Caravaggio ha più di 16 negozi (16,1) per i 16.338 residenti.

Si evidenziano, grazie al turismo, la forza di Clusone e del suo circondario e il Basso Sebino, da Castelli Calepio fino a Sarnico. In montagna non mancano le criticità, nel territorio del distretto commerciale “Asta del Serio” ( Villa d’Ogna, Ardesio e Valbondione) e in pianura, il distretto di “Lexena” (Bonate Sopra, Bonate Sotto e Presezzo) e l’area afferente al distretto “Borghi e tradizioni della Bassa” (Cividate al Piano, Palosco, Martinengo, Mornico al Serio) e il distretto del commercio “Castelli e fontanili della bassa” (Bariano, Castel Rozzone, Cologno al Serio, Fornovo San Giovanni, Lurano, Morengo, Mozzanica, Pagazzano, Spirano e Urgnano).

Tengono come tessuto commerciale, pur con bacini modesti, la Valle di Scalve e il distretto “Fontium e Mercatorum” che comprende la Val Brembana e l’Altopiano di Selvino e la Val Serina (con San Pellegrino Terme capofila, Algua, Aviatico, Bracca, Branzi, Camerata Cornello, Cornalba, Costa Serina, Dossena, Isola di Fondra, Lenna, Moio de’ Calvi, Oltre il Colle, Roncobello, San Giovanni Bianco, Selvino e Serina), grazie al turismo e alla distanza dagli altri territori.

Negozi sotto casa, rischio desertificazione nell'Isola

Venendo all’indice di prossimità, ossia al numero di negozi alimentari ogni mille abitanti, è ancora la città ad avere l’indice più alto pari a 3, un dato ancora molto vicino a quello di Treviglio, dove si attesta a 2,5. In questo aspetto tiene l’indice di Romano di Lombardia a 2,6 ( con 55 alimentari per 20.755 abitanti) e anche quello di Seriate, a 2,3 (58 alimentari per 25.560 abitanti). Il dato più basso, tra i centri maggiori, è quello di Caravaggio, con 2 negozi ogni 1.000 abitanti (33 negozi per 16.338 residenti).

In montagna sono forti le aree con maggiore distanza dalle grandi aree commerciali e grande distribuzione organizzata: la porta della Val Brembana (con Zogno Sedrina e la Val Brembilla), con un indice superiore a quello della città, con 3,8 alimentari ogni 1.000 abitanti (45 insegne per 11.872 residenti); bene il distretto “Fontium et mercatorum” che comprende la Val Brembana e l’Altopiano di Selvino e la Val Serina (con San Pellegrino Terme capofila), con un indice a 3,7 (77 negozi per 20.828 residenti). Tiene anche la Valle di Scalve, dove i consumatori conservano ancora l’abitudine dell’acquisto nei negozi tradizionali e un po’ di turismo supporta ancora la tenuta dei negozi alimentari: l’indice è a 5, con ben 20 attività per 3.999 abitanti.

Deboli per la spesa di tutti i giorni è l’Asta del Serio, con 1,4 negozi ogni mille abitanti. A rischio di desertificazione di market e punti vendita alimentari è tutta l’Isola bergamasca, sia nel distretto che comprende Sotto il Monte e Calusco, sia nella vasta area “Ville e torri dell’isola” (che comprende Ponte San Pietro, Brembate Sopra fino a Terno d’Isola) e nel distretto dei “Colli del Brembo” (da Curno ad Almè) e il mega distretto di Dalmine, dove la presenza della grande distribuzione organizzata è massiccia. Proprio in questa grande area intorno alla città c’è il rischio di una forte desertificazione commerciale nei centri storici dei singoli comuni. Nel dettaglio, Dalmine ha 1,4 alimentari ogni 1.000 abitanti,

Locali, primato a sorpresa alla Val di Scalve

Il numero di pubblici esercizi, bar e ristoranti, segnala invece la vivacità e la socialità dei territori. La città, anche per il richiamo di lavoratori e turisti, mantiene il primato dei centri principali con 10,9 esercizi ogni mille abitanti. Seguono Treviglio con 7,1 e Romano di Lombardia con 6,5. Ma a sorprendere, surclassando ogni altra area, è la Valle di Scalve: con ben 49 insegne per 3.999 abitanti, presenta un indice di 12,3. E raggiunge quasi la città, con un indice a 10 (209 locali per 20.828 residenti) l’area del Distretto “Fontium et mercatorum”, da San Pellegrino all’alta Val Brembana, all’Altopiano di Selvino e Val Serina.

Nelle località turistiche e di villeggiatura i locali non mancano: il distretto “Lake &Hills Alto Sebino” (Lovere, Sovere, Castro, Solto Collina e Pianico) ha 8,9 locali ogni mille abitanti (131 per 14.752 residenti); in montagna l’alta Val Seriana con Clusone ha 7,1 insegne ogni mille residenti. Molto deboli sono invece le aree pedemontane della Val San Martino (Cisano Bergamasco e dintorni), la zona di pianura della Lexena, l’area dei “Borghi e tradizioni della bassa” e “Castelli e fontanili della bassa” . In questi territori è molto marcata la difficoltà del bar tradizionale e del suo ruolo di aggregazione e socialità.

Commenti
Flavio

Clusone non è a rischio desertificazione grazie al tur? Fate una passeggiata in centro e troverete almeno 45 attività commerciali chiuse...

Marcello

La rarefazione dei"negozi di vicinato" è inevitabile. Chi si può spostare in autonomia (=con la propria auto) fa bene ad andare a comperare nei supermercati (scelta più varia e prezzi inferiori).

Alberto

A forza di costruire supermercati e centri commerciali è ovvio che piccoli negozi e bar di paese chiudano.

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