Ancora tensioni in via Cenisio

Musulmani, il Comune s'è stufato Ora è questione di ordine pubblico

Musulmani, il Comune s'è stufato Ora è questione di ordine pubblico
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Il Ramadan è finito e la comunità islamica può tornare alla "normalità". Che a Bergamo, purtroppo, significa divisioni e tensioni. Fortunatamente niente di preoccupante, ma è innegabile che il problema ci sia e che, nonostante la tregua dovuta al mese sacro del digiuno dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina nella religione islamica, la soluzione sia ancora lontana. Tutto è iniziato mesi fa, a fine 2015, quando il presidente del Centro culturale di via Cenisio, Mohamed Saleh, e l’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii) hanno denunciato l’ex numero uno di via Cenisio, Imad El Joulani, accusato dalla Procura di Bergamo di appropriazione indebita per i 5 milioni di finanziamento ricevuti dalla Qatar Charity Foundation per un nuovo centro islamico in via San Fermo. Una scelta forte, che ha portato a una netta scissione all'interno della comunità: da una parte i sostenitori di Saleh, dall'altra coloro che invece hanno deciso di schierarsi con El Joulani, dando vita al nuovo Comitato musulmani di Bergamo.

 

angeloni saleh beppe bedolis

[Mohamed Saleh (a sin.) e l'assessore Giacomo Angeloni (a des.)]

 

Le origini della scissione. Due fazioni ben distinte, arrivate allo scontro diretto a febbraio, quando Saleh ha deciso di cambiare il regolamento del centro di via Cenisio, redigendo anche una "black list" di 40 nomi di persone a cui sarebbe stato vietato l'ingresso nella moschea. Una decisione che ha mandato su tutte le furie il neonato Comitato e ha portato a vibranti proteste. Le tensioni hanno convinto Saleh che la cosa migliore fosse chiudere il centro di via Cenisio in attesa che si calmassero le acque, approfittandone anche per svolgere alcuni lavori di ristrutturazione. Lavori, però, che sono stati continuamente rimandati dato che i membri del Comitato musulmani hanno iniziato a pregare per strada, impedendo sia l'accesso agli operai alla moschea che lo scorrere tranquillo della vita dei residenti della via. È a questo punto che il Comune di Bergamo non ha più potuto restare a guardare ed è stato in qualche modo costretto a scendere in campo. Da una parte, infatti, c'è l'interlocutore storico di Palazzo Frizzoni, ovvero il Centro culturale, all'altro una realtà che è impossibile non prendere in considerazione, ovvero il neonato Comitato musulmani. Per mesi il Comune, nella figura dell'assessore all’Innovazione, semplificazione, servizi demografici, sportello polifunzionale, servizi cimiteriali e tempi urbani Giacomo Angeloni, ha tentato una mediazione tra le parti, senza però ottenere alcun risultato. Angeloni, ad aprile, ha dichiarato: «Tutti devono rassegnarsi a capire che ci sono due comunità islamiche». E due comunità islamiche in città significa trovarsi a fare i conti con due interlocutori aventi le stesse pretese, gli stessi diritti ma anche gli stessi doveri.

 

ramadan centro islamico bergamo 4

 

Il Ramadan non ha portato consiglio. La riprova si è avuta a giugno, quando è iniziato il Ramadan. Due comunità significava mettere a disposizione di entrambe delle aree di preghiera consone. Necessità di cui il Comune si è fatto carico: il gruppo che sostiene Saleh ha così pregato al parcheggio del Comune al Centro Galassia, lungo la via che porta ad Azzano; per il Comitato musulmani di Bergamo, invece, è stata messa a disposizione la palestra della scuola media Corridoni, in via Monte Cornagera. Prima, però, tutte e due le parti hanno dovuto sottoscrivere un accordo: il Centro islamico si sarebbe impegnato, durante il Ramadan, a iniziare e concludere i lavori per riaprire la moschea, mentre il Comitato non avrebbe più pregato in strada in via Cenisio così da non ostacolare i lavori e, soprattutto, non arrecare ulteriori disagi ai residenti della zona. Effettivamente, nel mese sacro, le cose sono andate apparentemente bene: in via Cenisio i lavori sono effettivamente iniziati e nessuno s'è trovato in strada a pregare. Ma adesso che il Ramadan è finito, tutto sembra essere tornato al punto di partenza: i lavori non si sono ancora conclusi e quando i rappresentanti del Comitato musulmani si sono presentati in via Cenisio per accedere alla moschea si sono trovati la strada sbarrata. Situazione che, di conseguenza, ha portato a nuove inevitabili tensioni.

 

centro culturale islamico di via cenisio bergamo 1

[Il Centro culturale di via Cenisio]

 

«Ora è una questione di ordine pubblico». Giunti a questo punto, il Comune ha detto basta. La via della diplomazia ha fallito, o almeno pare proprio non aver portato alcun passo in avanti, e così Angeloni ha deciso di cambiare decisamente strada: «I musulmani di Bergamo, con le loro beghe, stanno sbagliando tutto e stanno perdendo un’occasione - ha dichiarato l'assessore come riportato da Bergamonews -. Non vedo altra soluzione. Giovedì 14 luglio io e l’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi, porteremo la vicenda al tavolo della sicurezza in programma in Prefettura. Per noi ora questa vicenda è una questione di ordine pubblico». La decisione è arrivata dopo gli ultimi infruttuosi incontri con le due fazioni, rimaste entrambe salde sulle proprie posizioni. E dunque, ora, ad occuparsi della questione sarà il tavolo della sicurezza. Le parole stanno a zero. Anche Palazzo Frizzoni, questa volta, s'è stufato.

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