Felice Gimondi e Michela Moioli premiati con la Rosa Camuna di Regione Lombardia
Al ciclista, morto l'anno scorso, verrà assegnato un premio alla memoria. La campionessa olimpica riceverà invece una menzione speciale proposta dai consiglieri Giovanni Malanchini (Lega) e Dario Violi (M5S)
I bergamaschi Felice Gimondi e Michela Moioli sono tra le personalità che riceveranno, dopo l’estate, il premio Rosa Camuna 2020, il massimo riconoscimento assegnato ogni anno da Regione Lombardia alle personalità e alla realtà che si sono distinte nei campi economico, sociale, culturale e sportivo.
Nello specifico, per il ciclista orobico si tratta di un premio alla memoria dopo la sua morte avvenuta nel 2019, mentre la campionessa di snowboardcross riceverà una menzione speciale. Le loro candidature erano state avanzate da Giovanni Malanchini, consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale lombardo.
La Rosa Camuna è stata assegnata anche al filosofo Carlo Sini, ai volontari della Croce bianca di Brescia, all'associazione Il mantello di Mariano Comense e ad Adele Parini, presidente dell'associazione Caos. Inoltre, a questi premiati si aggiungerà il premio speciale che verrà consegnato ad Annalisa Malara, l’anestesista cremonese che scoprì il primo caso di Coronavirus in Italia mentre era in servizio all’ospedale di Codogno. Infine, riceveranno menzioni speciali anche il personale addetto al reparto Covid del carcere di San Vittore e il giornale Ordine e libertà di Abbiategrasso.
«Gimondi non era semplicemente un campione del ciclismo, ma un simbolo dell’essere bergamaschi in quanto esempio di concretezza, semplicità e grande generosità - commenta il consigliere regionale bergamasco Giovanni Malanchini -. Michela Moioli, che conosco personalmente, riceverà una menzione su proposta mia e del consigliere regionale Dario Violi (M5S): campionessa sulle piste e campionessa nella vita. Difficile dimenticare l’immagine di Michela quando a marzo, a Veysonnaz, ha sfrecciato sulla tavola davanti a tutte prendendosi di forza il terzo trofeo di cristallo dello snowboard e, alzandolo al cielo, ha dedicato la vittoria a quella Bergamo martoriata dal maledetto virus, che proprio in quei giorni aveva colpito la sua terra e anche la sua famiglia».