Masticare amaro

Elezioni politiche 2022 in Bergamasca: fan più rumore i non eletti degli eletti

Taglio dei parlamentari e strabismo dei segretari: così la compagine bergamasca a Roma si è ridotta drasticamente

Elezioni politiche 2022 in Bergamasca: fan più rumore i non eletti degli eletti
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di Wainer Preda

Comunque sia andata, una cosa è certa: la Bergamasca ha perso buona parte del suo peso specifico in Parlamento. La rappresentanza della nostra provincia a Montecitorio e Palazzo Madama si riduce drasticamente, per numeri, forza e sostanza. Colpa sì della legge elettorale. Ma buona parte della responsabilità va anche ai segretari nazionali di partito, spesso ciechi nel soppesare correttamente il valore dei propri esponenti sul territorio.

I "tagliati" nel Pd

E allora accade che, con uno strabismo sconcertante, Elena Carnevali - una che per la Bergamasca, settore scuola, servizi sociali e sanità, si è sempre spesa tantissimo -, venga candidata in posizione di rincalzo a Milano. Il suo posto naturale - capolista al proporzionale a Bergamo - viene invece assegnato a Vinicio Peluffo, segretario regionale milanese, con buona pace dei dem bergamaschi, costretti a ingoiare il rospo con malcelata rassegnazione. Risultato: la deputata bergamasca finisce per deragliare.

La rinunciataria conduzione nazionale del Pd costa cara anche alla deputata uscente Leyla Ciagà, alla promettente candidata all'uninominale Valentina Ceruti e a Marco Bresciani. Stessa sorte per il giovane Gabriele Giudici e per la sindaco di Leno Cristina Tebaldi, proiettata in Bergamasca dopo trent'anni come amministratrice nel Bresciano. Mentre era oggettivamente proibitiva la corsa in provincia per l'assessore comunale di Bergamo Giacomo Angeloni.

Esclusioni eccellenti nella Lega

Non va meglio alla Lega, completamente ridimensionata. Dei nove parlamentari eletti in precedenza, ne rimangono tre. La strategia di Salvini, di circondarsi in Parlamento solo di fedelissimi, ha avuto esiti catastrofici in termini di consenso. In Bergamasca ha portato al sacrificio del commissario provinciale Cristian Invernizzi, uno che per il partito ha sempre dato l'anima. Fuori anche Simona Pergreffi. Tagliati l'amministratore del Carroccio Giulio Centemero e il responsabile nazionale Enti locale Stefano Locatelli (ex sindaco di Chiuduno). E fuori, già prima delle elezioni, anche Daniele Belotti, Alberto Ribolla e Tony Iwobi. Tolto Roberto Calderoli, praticamente azzerata la Lega bergamasca conosciuta finora.

Forza Italia e gli altri delusi

Dentro Forza Italia, addio a due parlamentari storici: Gregorio Fontana, già questore alla Camera e responsabile organizzativo del partito, a cui è stata assegnata un'improbabile corsa in Veneto, e Alessandra Gallone, senatrice di lungo corso, a cui va riconosciuto il merito di essersi messa sulle spalle il partito in Bergamasca negli anni peggiori della storia azzurra, con il consenso in picchiata. Gallone non è riuscita a invertire la rotta. In città, Forza Italia si ferma al 6 per cento.

Fuori per un nonnulla anche Niccolò Carretta. Nonostante la buona prestazione in Bergamasca, per il segretario regionale di Azione è fatale il risultato di Brescia, nonostante l'ottimo lavoro sul territorio di Mariastella Gelmini, bresciana. Fuori anche l'imprenditore Andrea Moltrasio, pezzo da novanta dell'economia bergamasca.

E infine Fratelli d'Italia che, nonostante la performance eccezionale in gran parte della provincia, alla fine raccoglie poco. Non entra in parlamento, per esempio, Alessia Ardesi, pupilla di Daniela Santanché. Non entra l'ex segretario provinciale Daniele Zucchinali, primo dei non eletti. E non entra nemmeno l'assessore regionale Lara Magoni, che nel 2018 rinunciò al Senato per dedicarsi alla Regione.

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