Centrosinistra

Il dilemma di Pd e soci per le elezioni nazionali e regionale 2023: tanti volti, poche poltrone

I favoriti sono ancora Misiani per il Senato, Carnevali per Montecitorio e Scandella per il Consiglio regionale. E c’è anche il dopo Gori...

Il dilemma di Pd e soci per le elezioni nazionali e regionale 2023: tanti volti, poche poltrone
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di Ennio Mauri

A differenza del centrodestra, per il quale ogni giorno spunta una convention e un nuovo candidato sindaco (a Bergamo ne contiamo già almeno tre solo di Forza Italia, Gallone, Ceci e Jannone), dalle parti del centrosinistra orobico le carte sono decisamente più coperte, ma le aspirazioni - e le incognite - già si vanno profilando.

Nel 2023 ci sono le regionali e le nazionali. Il quadro più probabile nel centrosinistra vede, per il Pd, Jacopo Scandella, consigliere uscente, favorito per il Consiglio regionale; Elena Carnevali per Montecitorio; Antonio Misiani per Palazzo Madama. Per quel che riguarda Azione e +Europa, la possibilità di una doppia candidatura (Regione e Parlamento) di Niccolò Carretta non è da escludere. Discorso a parte per il Movimento Cinque Stelle, ancora alleato del Pd a livello nazionale: tante le incognite, visti i risultati sempre più in discesa nel Nord, con Dario Violi punto di riferimento per il Movimento a livello regionale, ma con Azione che non ne vuole sapere di stare allo stesso tavolo dei grillini, né in Lombardia né a Roma.

Un discorso approfondito merita il Pd, la più significativa area del centrosinistra. All’interno degli statuti e regolamenti del partito esistono norme ben definite: i consiglieri regionali possono ricoprire il ruolo per massimo 10 anni e i Parlamentari possono rimanere in carica per massimo 15 anni. A questo codice di comportamento - perché tanto vincolante non è - è possibile concedere delle deroghe, qualora vengano richieste: la decisione spetta alle direzioni regionali e nazionali, ovviamente.

Ma se questa norma venisse applicata, Jacopo Scandella (due mandati per un totale di dieci anni) e Antonio Misiani (alla scadenza elettorale saranno 17 anni a Roma, venne eletto la prima volta nel 2006) avrebbero completato il proprio corso rispettivamente al Pirellone e in Parlamento.

Scandella sarebbe quindi candidabile in Parlamento, come da tradizione del “cursus honorum”, mentre Misiani avrebbe concluso il suo impegno parlamentare. In questo ipotetico scenario, Elena Carnevali diverrebbe la candidata naturale del Pd orobico in Senato e Scandella a Montecitorio. Con il taglio dei parlamentari è probabile che il centrosinistra bergamasco - anche se bisognerà capire con quale sistema elettorale si voterà e soprattutto quali saranno i risultati delle urne - riesca a eleggere un solo senatore e un solo deputato. Per la Regione si muoverebbero diversi nomi di peso del Pd provinciale, a partire da Davide Casati (sindaco di Scanzorosciate uscente dopo due mandati, attuale segretario provinciale Pd); Gabriele Riva (in uscita da un triplo incarico di sindaco di Arzago e per nove anni segretario provinciale Pd prima di passare il testimone a Casati); Mauro Bonomelli (sindaco di Costa Volpino e il più votato del Consiglio Provinciale); Sebastian Nicoli (sindaco di Romano di Lombardia al termine del secondo mandato).

A questi si aggiungerebbero certamente nomi che vengono dalla città di Bergamo: girano, sempre ad esempio, (...)

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