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La convention di Forza Italia in Fiera tra post Covid, crisi ucraina e nucleare

Presenti gli esponenti bergamaschi ma anche i vertici del partito, al centro il rilancio del progetto politico e le idee per il territorio

La convention di Forza Italia in Fiera tra post Covid, crisi ucraina e nucleare
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C’erano anche i pezzi da novanta alla convention di Forza Italia qui a Bergamo, sabato 30 aprile scorso: l’evento, svoltosi in Fiera, ha visto la partecipazione di circa trecento esponenti del partito e rappresentanti del mondo economico e imprenditoriale. Al centro i temi più importanti a livello nazionale, come la ripresa dopo il Covid, la crisi ucraina e l’aumento dei costi dell’energia, ma anche i progetti che riguardano il territorio, come la preparazione delle liste e dei programmi per le amministrative, che avranno luogo a giugno di quest’anno.

La convention è stata aperta dall’intervento iniziale della coordinatrice provinciale Alessandra Gallone e da quello del deputato Gregorio Fontana, per poi passare a quello del coordinatore regionale Massimiliano Salini e della capogruppo in Senato Anna Maria Bernini, ma hanno parlato anche Maurizio Gasparri, Maria Stella Gelmini, Licia Ronzulli e in chiusura c’è stato il discorso di Antonio Tajani. Tutte personalità di spicco all’interno del gruppo degli azzurri, ma la scorsa settimana aveva fatto storcere il naso la mancanza dei nomi del deputato Alessandro Sorte (con il quale la coordinatrice provinciale, a quanto si dice nel sottobosco forzista, ha avuto non pochi attriti anche dopo il suo rientro nel partito), il consigliere provinciale Massimo Cocchi e il capogruppo degli azzurri a Palazzo Frizzoni, Gianfranco Ceci.

Fontana ha presentato il ruolo di Forza Italia all’interno del governo come «fondamentale», dato che ha favorito la nascita dell’esecutivo Draghi e gli ha intestato la proposta dei piani vaccinali, prima che venisse avviata la campagna di immunizzazione di massa. Un’occasione, quella in Fiera, anche per ribadire la distanza dalla sinistra e dire che «maggioranze arcobaleno» dopo le prossime politiche non ce ne saranno. Certo, l’attuale situazione con il «governo di alleanza nazionale», nel quale si ritrovano insieme al Pd, ha richiesto una precisazione sull’eccezionalità del fatto, dato dalla situazione emergenziale. «Non faremo alleanze contronatura con una sinistra con cui non abbiamo niente in comune» è stata infatti la dichiarazione di Licia Ronzulli. Argomento di rilievo è stata la crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina, che ha già portato il caro bollette e l’aumento dei prezzi dei carburanti. La soluzione per molti esponenti del partito è il nucleare, posizione che è stata del resto resa palese da Maurizio Gasparri, «La gente adesso ha bollette care, non si può più dire di no a tutto» e dallo stesso Tajani, intervenuto in chiusura: «Bisogna finalmente avere il coraggio di avere il nucleare, che non inquina».

Al di là delle questioni nazionali, tuttavia, l’attenzione è stata anche per le prossime amministrative qui in Bergamasca, a giugno 2022: sarebbero già avviati progetti per Calusco, Curno, Nembro, Villongo e Gandino, ma al tempo stesso si faticano a trovare i nomi per le liste. Il capogruppo forzista nel consiglio comunale di Bergamo, Gianfranco Ceci, ha poi dichiarato che gli azzurri sono favorevoli alla Bergamo-Treviglio, al treno per Orio e al tram in Val Brembana, ribadendo la centralità assegnata alle infrastrutture anche da un punto di vista imprenditoriale.

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