Jacopo Scandella

«Universalità, prossimità e appropriatezza delle cure: così vogliamo cambiare la sanità»

Il consigliere regionale dem bergamasco spiega perché non gli piace la riforma della legge sanitaria di Regione e cosa cambierebbe

«Universalità, prossimità e appropriatezza delle cure: così vogliamo cambiare la sanità»
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«Universalità, prossimità e appropriatezza delle cure: da qui partirà la nostra battaglia per cambiare la sanità lombarda»: presenta così Jacopo Scandella, consigliere regionale del Pd, le proposte che il Gruppo dei dem si appresta a portare in Aula per la lunga maratona sulla riforma della sanità lombarda.

«Dal 10 novembre e per almeno un paio di settimane, saremo ogni giorno in Consiglio per affrontare questo importantissimo passaggio della vita della nostra regione - fa sapere Scandella -. E ci prepariamo a contrastare nel merito la "non riforma" che il presidente Fontana e l’assessore al Welfare Moratti intendono portare al voto».

Scandella fa il punto del progetto che ha in mente, invece, il Pd: «Abbiamo la fortuna, nel nostro Paese, di avere un articolo della Costituzione, il 32, che dice che il diritto alla salute è universale e abbiamo anche una legge che risale al 1978 che dice che il sistema sanitario nazionale garantisce a tutti le migliori cure possibili. Purtroppo, però, viviamo in una Regione che ormai da più di vent’anni non garantisce l’applicazione di quel principio», ragiona il consigliere dem.

«È dal 1995 che le diverse leggi che si sono succedute in Regione Lombardia non assicurano la piena applicazione della normativa nazionale e i motivi sono almeno tre: non si garantisce l’universalità, dal momento che nella nostra regione la libertà di scelta vale solo per chi ha conoscenze o maggiori possibilità economiche; non esiste una sanità di prossimità, ma ci si può curare solo all’interno delle strutture ospedaliere e, infine, non esiste una appropriatezza di cura e la possibilità di avere una relazione di cura tra medici e pazienti, ma c’è solo una relazione dominata da un criterio economicista».

Sarà dunque a partire da questi tre principi, ovvero universalità, prossimità e appropriatezza appunto, che Scandella e gli altri consiglieri democratici contrasteranno «l’ultima delle proposte per noi non accettabili del centrodestra, e lo faremo presentando una visione di sanità ben diversa, per arrivare alle elezioni del 2023 con un progetto generale per la Lombardia alternativo, che ci permetta di portare dentro il Consiglio regionale non gli interessi di qualcuno, ma il bene comune e i diritti fondamentali dei cittadini. E lo faremo con il contributo di tutti».

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