da venerdì 12 febbraio

Arcene, boom di contagi e sospetto focolaio di variante inglese: il sindaco chiude le scuole

Gli alunni delle medie e quelli iscritti alle due classi quinte delle elementari torneranno a fare lezione con la modalità della didattica a distanza «fino a data da destinarsi»

Arcene, boom di contagi e sospetto focolaio di variante inglese: il sindaco chiude le scuole
Pubblicato:
Aggiornato:

Da domani, venerdì 12 febbraio, ad Arcene gli alunni della scuola media e quelli iscritti alle due classi quinte delle elementari torneranno a fare lezione con la modalità della didattica a distanza «fino a data da destinarsi». Il motivo? «Il sospetto che la virulenza ad Arcene sia il risultato di un focolaio, anche di varianza del virus». Ad annunciare la chiusura delle scuole è stato il sindaco del paese della Bassa Bergamasca, Roberto Ravanelli, sottolineando che la situazione è ancora di «emergenza sanitaria, anche se all’interno della zona gialla. Su questo non ho alcun dubbio».

Nella lettera indirizzata ai cittadini il primo cittadino parla di un contagio all’interno del plesso scolastico che «di giorno in giorno si sta facendo più esteso - evidenzia -. L’Ats di competenza del nostro territorio ha consigliato la chiusura della scuola, ovvero fintanto che la situazione epidemiologica non mostrerà un regresso mediante gli accertamenti sanitari attivati. Il sospetto che la virulenza ad Arcene sia il risultato di un focolaio, anche di varianza del virus, è fondato e ci deve responsabilizzare particolarmente anche in previsione delle vacanze di Carnevale: dobbiamo più che mai osservare scrupolosamente tutte le norme comportamentali che sono diventate di dominio comune, ma non da tutti osservate».

«Siamo ancora in situazione di contagi diffusi - prosegue il sindaco di Arcene -. La polizia municipale e i carabinieri sono impegnati a presidiare il nostro territorio e autorizzati a elevare le contravvenzioni per il mancato rispetto delle norme anti-Covid. Se gli studenti riescono a superare il contagio solo con lievi sintomi o anche in mancanza di ogni segnale, risultano portatori verso i genitori e i nonni, che sappiamo essere molto più vulnerabili. La metà dei positivi del nostro territorio è costituita da studenti delle nostre scuole, l’altra metà è composta da genitori e nonni che rischiano la vita».

«Più saremo attenti a circoscrivere il contagio, meglio e presto ne verremo fuori, altrimenti un periodo di lutti potrebbe di nuovo funestare il nostro paese - conclude Roberto Ravanelli -. Non voglio spaventare nessuno, ma neanche nascondere i rischi a cui siamo esposti. Grazie a tutti per la condivisione di queste preoccupazioni verso le proprie relazioni sociali di ogni livello».

Proprio ieri (10 febbraio), l'Ats ha reso noto di aver individuato e isolato un altro focolaio di variante inglese in Bergamasca, per la precisione a Trescore. In quel caso, a essere risultati positivi sono stati i membri di una famiglia, che hanno portato l'Ats anche alla decisione di isolare le classi frequentate dai ragazzi della famiglia stessa e di effettuare tamponi rapidi su tutti gli studenti delle scuole frequentate dagli stessi.

Seguici sui nostri canali