Una docente bergamasca «un po' delusa»: «Basta festeggiamenti incivili per la Maturità»
«Questi comportamenti indecorosi sono un segnale allarmante dell'attuale situazione educativa e sociale in cui viviamo»
Si tanno svolgendo in questi giorni gli esami orali della Maturità. Un momento importante per tantissimi ragazzi e ragazze che, a fine "chiacchierata" coi prof, spesso si lasciano andare a grandi festeggiamenti per aver finalmente portato a termine il loro percorso di studi nelle scuole superiori. Ed è proprio di queste feste che parla la lettera che ci ha scritto una docente di un istituto di Bergamo, e che vi riportiamo di seguito.
«Spettabile PrimaBergamo,
mi permetto di scrivervi per segnalarvi la discutibile abitudine, purtroppo ormai consolidata, di fare festeggiamenti incivili fuori dagli istituti cittadini dopo gli orali dell'esame di maturità (allego foto).
Come docente impegnata in una delle commissioni presenti nel mio istituto scolastico, ho assistito proprio oggi (25 giugno, ndr), con increscioso stupore, alla scena di una studentessa che aveva appena svolto l'esame e festeggiava con altri compagni comportandosi in modo inappropriato per una persona che dovrebbe aver appena conseguito la tanto agognata "maturità": cosparsa di schiuma da barba, rideva e scherzava in mezzo a un mare di farina e uova rotte sparse per terra. La cosa peggiore è che questi indecorosi festeggiamenti avvenivano in presenza dei genitori, che ridacchiavano e non sembravano per nulla preoccupati che venisse imbrattato in maniera indecente il suolo in prossimità del cancello della scuola.
Questi festeggiamenti fuori luogo danneggiano l'immagine dell'istituto e vorrei dire di tutta la comunità e dimostrano che per alcuni studenti e studentesse i percorsi di educazione civica che noi docenti attuiamo dalla classe prima non servono a niente, se poi non mostrano rispetto nemmeno per il luogo dove hanno studiato e si sono formati fino a poco prima.
Concludo dicendo che purtroppo questi comportamenti incivili sono un segnale allarmante dell'attuale situazione educativa e sociale in cui viviamo e della contraddizione dei nostri tempi, in cui si chiede a gran voce alla scuola e ai docenti di formare ed educare i ragazzi e le ragazze, mentre dall'altra parte le famiglie e la società tollerano ed esaltano un circo del genere, dove il raggiungimento di un importante traguardo quale la maturità risulta al pari della più squallida festa di capodanno.
Dovremmo tutti interrogarci seriamente sulla necessità di educare i giovani alla responsabilità e al rispetto delle regole, sia all'interno che all'esterno della scuola. È fondamentale che venga promossa una cultura della civiltà, affinché episodi come questi non si verifichino nuovamente in futuro.
So che l'Università di Bergamo ha preso provvedimenti a riguardo, visto che fatti simili hanno riguardato anche i neo laureati, e mi auguro che presto anche i dirigenti scolastici delle scuole superiori seguano l'esempio.
I festeggiamenti rumorosi e goliardici possono tranquillamente proseguire fuori dall'istituzione scolastica, alla quale tutti noi dovremmo portare rispetto per ciò che ancora rappresenta.
Grazie dell'attenzione, una docente un po' delusa».
Ma quale maturità, i giovani d'oggi sono capre.