Teatro

“La buona novella” di De André portata in scena da Neri Marcorè

Dal 5 all’11 marzo al Donizetti (spettacoli serali 20.30, sabato anche alle 17, domenica 15.30)

“La buona novella” di De André portata in scena da Neri Marcorè
Pubblicato:

Una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di Fabrizio De André a brani tratti dai vangeli apocrifi a cui lo stesso cantautore (che scriveva: «compito di un artista credo sia quello di commentare gli avvenimenti del suo tempo usando però gli strumenti dell’arte: l’allegoria, la metafora, il paragone»), si è ispirato.

Si presenta così “La buona novella”, lo spettacolo che il regista Giorgio Gallione ha tratto dal concept album omonimo di Faber, ora in scena al Teatro Donizetti dal 5 all’11 marzo, con replica straordinaria sabato 2 marzo alle ore 17 (spettacoli serali inizio ore 20.30, domenica 3 ore 15.30). nell’ambito della stagione di prosa della Fondazione Teatro Donizetti.

Protagonista sul palco è Neri Marcorè, che insieme a Giorgio Gallione aveva già esplorato il mondo di De André a teatro con “Quello che non ho”. Dotato di un timbro vocale vicino a quello di Fabrizio De André, l’attore recita e canta, e al suo fianco fa altrettanto l’attrice Rosanna Naddeo. Un eterogeno ensemble musicale virato fortemente al femminile, con Giua voce e chitarra, Barbara Casini voce, chitarra e percussioni, Alessandra Abbondanza voce e fisarmonica, Anais Drago voce e violino e Francesco Negri al pianoforte, sostiene la parte musicale di questo spettacolo-concerto, i cui raffinati arrangiamenti sono curati da Paolo Silvestri.

Scritto nel 1969, mentre in Italia divampa la rivolta studentesca, l’album dà voce a numerosi personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo. Ed è proprio da questa base che prende le mosse la versione teatrale.

«La buona novella tratta certo della Passione di Cristo ma la racconta anche e sorprendentemente dalla parte di Maria, madre bambina inconsapevole e prescelta prima, straziata e piangente mater dolorosa poi, la cui tragicità esplode attraverso le voci femminili», commenta Giorgio Gallione nelle note di regia.

«La buona novella è un’opera polifonica che mediante metafora e allegoria parla dell’arroganza del potere stesso, il quale mal digerisce gli uomini troppo liberi di pensiero, intralcio per l’esercizio del potere stesso, sia esso famigliare, religioso o politico» dichiara Neri Marcorè. «La spiritualità, intrinseca nel momento in cui si parla di Gesù e della Madonna, è però qui contemplata nella sua dimensione terrena, laddove “il più grande rivoluzionario della Storia” resta prima di tutto un uomo».

Biglietti da 12 a 40 euro. Durata 80 minuti senza intervallo.

Commenti
Luigi Pugliese

Già Bisio, con Lina Sestri, aveva ripreso questo LP in teatro, una ventina di anni fa!!

Seguici sui nostri canali