I consigli di Laura Adele Feltri: «Vi dico quel che penso di ChorusLife»
«Un progetto lungimirante in un pezzo di città che rischiava di restare abbandonato». 74 alloggi con la formula dell’affitto e vari luoghi di incontro

di Paolo Bosio
A novembre c’è stata l’inaugurazione di un importante insediamento della città denominato ChorusLife. Ne parliamo con Laura Adele Feltri, esperta immobiliarista.

Quale impatto avrà sulla città e suoi abitanti questo intervento così particolare, avveniristico?
«Il nuovo insediamento nasce dall’idea di un imprenditore di larghe vedute qual era il compianto Domenico Bosatelli, che ha acquistato l’ex area industriale Ote, abbandonata da anni e poco appetibile a causa dei problemi di inquinamento del suolo. Il progetto è stato seguito con maestria dall’architetto Joseph Di Pasquale. L’investimento è stato intorno ai cinquecento milioni di euro, una cifra molto importante».
Come definirebbe questo progetto?
«La parola stessa lo definisce “Chorus: coro” e “Life: vita”, un nome molto significativo che fa pensare alla coralità, quindi al senso di comunità e di aiuto reciproco. ChorusLife prevede un vivere sociale, condividendo servizi idonei alle molteplici esigenze che le persone di varie generazioni portano con loro. ChorusLife è nato grazie alla grande tenacia e determinazione di aziende bergamasche e italiane che hanno unito innovazione, qualità e sostenibilità, facendo un unicum (replicabile nell’idea dei promotori in altre città) e simbolo dell’innovazione nell’industria delle costruzioni».
Ci può fare alcuni esempi concreti?
«Per i giovani e per gli adulti dinamici c’è l’Arena, un luogo che può ospitare fino a seimila e cinquecento spettatori per godere concerti e spettacoli. Dopo l’abbattimento del Palacreberg questa è una realtà decisamente necessaria per Bergamo, e molto più all’avanguardia. Per i fautori dello jogging, passeggiate all’area aperta con un lungo percorso che in primavera diventerà splendido con tutto il suo verde. Per i turisti, ma anche per i manager di varie aziende che hanno bisogno di uscire e rientrare in città in modo comodo, troviamo un residence con 74 alloggi, arredati in stile contemporaneo e sofisticato, con impianti energetici all’avanguardia, a basso impatto ambientale e gestiti da servizi di domotica avanzata per un elevato comfort abitativo. Sottolineo che si tratta del primo progetto building-to-rent del nostro territorio e come dice la parola stessa, è una realtà di affitti e non di vendita. Ancora: per chi desidera un soggiorno breve in un contesto privilegiato è stato costruito un hotel a quattro stelle con 107 camere con la possibilità di cenare nel ristorante all’ultimo piano a grandi vetrate con vista sulla città di Bergamo, all’ultimo piano. Per gli amanti del fitness e del dolce riposo e bellezza si aggiungono una spa urbana e un centro wellness di ottomila metri quadrati, di prossima apertura (il più grande in Lombardia). Ovviamente ci sono anche attività commerciali (con varie tipologie di negozi) una serie di piazze dove nel periodo natalizio si è posta una pista di pattinaggio sul ghiaccio per i bambini e una serie di negozietti».

Come agente immobiliare quale è il suo pensiero a pochi mesi dall’inaugurazione?
«Molto positivo, è stata riqualificata una zona della città e quindi sono stati rilanciati anche i valori immobiliari di quell’area. Desidero sottolineare che la famiglia Bosatelli ha avuto coraggio e lungimiranza, poteva anche decidere di costruire palazzine con giardini e di certo avrebbe realizzato un buon guadagno, invece ha puntato a qualcosa di davvero innovativo».
La domanda infatti sorge spontanea, perché non si è seguita questa strada ?
«Per risponderle mi avvalgo delle parole di Davide Albertini Petroni, ceo di Costim, la società di Bosatelli che ha realizzato l’opera: "Nei progetti di questo tipo c’è grande responsabilità. La famiglia Bosatelli ha saputo tradurre fisicamente il concetto di rigenerazione urbana: è stata rilevata un’area industriale dismessa, è stata bonificata, sono state eliminate le terre inquinate, l’ambito è stato dotato di un sistema infrastrutturale, le superfici verdi sono state incrementate e il nuovo distretto è un pezzo di città di elevata qualità architettonica, con servizi, senza barriere, che dialoga con il contesto circostante. Non secondarie le performance energetiche. È un progetto Esg compliant". A mio avviso, nelle sue parole c’è la visione di una famiglia che ha, usando le proprie risorse, deciso di dare vita ad un pezzo di città con uno sguardo al futuro».
A livello umano invece cosa ci può dire?
«Dovremmo essere tutti fieri del pensiero di Domenico Bosatelli e del figlio Fabio che non si è arreso nonostante la pandemia, la morte del padre e le difficoltà che un’opera di tale portata implica. Toccanti il suo discorso e quello della moglie del padre all’inaugurazione, hanno mostrato come i valori quali famiglia, altruismo, visione, coerenza e amore per la città sono stati declinati in questo progetto. A mio avviso, ChorusLife costituisce un insieme di competenze e progetti che replicati in altre città, avranno un forte impatto positivo. Negli ultimi anni siamo stati spettatori, dei progetti architettonici meravigliosi di Milano, adesso ne abbiamo uno anche a Bergamo. Ovviamente è diverso perché la nostra città è diversa. ChorusLife può diventare un nuovo centro della nostra città. Le istituzioni bergamasche hanno evidenziato la questione degli impatti ribadendo che «è un progetto senza consumo di suolo, con alti standard ambientali, energetici e sociali. Un nuovo luogo dinamico per la città».
Pensa che altri imprenditori bergamaschi seguiranno questo esempio?
«Nell’immediato credo non verrà costruito nulla di simile, tuttavia in città ci sono altre aree da riqualificare, penso alla grande area della Reggiani, per esempio. Ma ritengo che si sceglierà la normale logica della costruzione e vendita di alloggi. Spero comunque che vengano seguite alcune linee guida per creare camminamenti dove poter passeggiare nel verde con amici, figli e animali. O anche che in queste future costruzioni si possano creare anche luoghi di incontro, di valore sociale per tutta la comunità. Ogni zona nuova dovrebbe essere dotata anche di servizi alla cittadinanza. Secondo me si potrebbe contribuire alla ricostruzione di una vita di quartiere, come succedeva 50 anni fa».
Affitti a prezzi alti. Negozi che trovi dappertutto. A breve il castello di carte crollerà.
Che leccata di...!!!
Pura e semplice speculazione, di alto livello non ce' che dire....
Mi piacerebbe sapere quanto costa affittare un locale in quel posto lì..... e i negozi? Quanto pagano di affitto?.... dai su non prendiamoci in giro.... sicuramente e' un progetto che ha bonificato la zona ma di sicuro e' ad uso e consumo di pochi.... vediamo se succedera' lo stesso presso le ex dogane di via rovelli....ma questo e' il destino di questa citta'....farne un dormitorio per super ricchi....the speculation....
Analisi che non mi convince, perchè: 1 / hanno realizzato una volumetria cementificata impressionante, senza dare reale servizi agli abitanti del quartiere, perchè a Chorus tutto si paga; 2 / un palazzetto di 6k posti in un’area residenziale: auguri per quando ci saranno eventi; 3 / non ci sono reali soluzioni abitative a beneficio della città; 4 / l’area verde ha una dimensione poco significativa ed è comunque soffocata dalla volumetria. Non c’era bisogno di questo a Bergamo, e la sensazione è che nonostante l’entusiasmo dei commenti, non stia piacendo ai bergamaschi. Vedremo.