Nuova mobilità cittadina

I monopattini croce e delizia dei bergamaschi (ma intanto sono un successo)

I dati del servizio sharing Imoving-Reby dicono che sono sempre più utilizzati. Il gestore: «Si sta formando una nuova cultura»

I monopattini croce e delizia dei bergamaschi (ma intanto sono un successo)
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di Andrea Rossetti

Si sono affacciati sul panorama della mobilità cittadina (sostenibile) da nemmeno un anno, eppure il loro successo è evidente, direttamente proporzionale al numero di critiche e polemiche che hanno sollevato. Se, per alcuni, i monopattini elettrici rappresentano il futuro, per altri sono solo un elemento di disturbo e di pericolo per pedoni e automobilisti. Non bastavano i ciclisti, dicono questi ultimi, ora ci si mettono pure gli appassionati di questo mezzo, che sfrecciano per le vie fregandosene di tutto e di tutti.

Oltre ai monopattini privati, molti comprati l’anno scorso grazie al bonus mobilità varato dal Governo, a Bergamo, dall’agosto 2020, sono anche presenti due servizi di monopattini in sharing. Il primo è gestito dalla società Bit Mobility, il secondo (sbarcato in città a ottobre 2020) dalla società spagnola Reby attraverso l’italiana Imoving. Funzionano entrambi nello stesso modo in cui funzionano, ad esempio, i servizi di bike sharing: attraverso una app è possibile pagare e usufruire del servizio.

Sebbene i monopattini elettrici siano diventati di gran moda nelle principali grandi città italiane, in primis Milano e Roma, nei centri urbani di medie dimensioni hanno invece fatto più fatica a imporsi. Bergamo, infatti, è al momento una delle poche città del Nord Italia ad avere attivo almeno un servizio sharing.

Lo conferma Paolo Paoletti, city manager a Bergamo di Imoving-Reby: «Attualmente, in Italia, siamo presenti a Napoli, Lecce, Taranto, Grosseto e Firenze, oltre che a Bergamo. Il motivo? Difficile dirlo, al Nord c’è una propensione maggiore all’utilizzo dell’auto, ma ci sono anche sistemi di trasporto pubblico che, nel loro complesso, funzionano abbastanza bene. Quello che stiamo provando a imporre qui a Bergamo, quindi, è un nuovo modello di mobilità. La pandemia ovviamente non ha aiutato: ha tolto una grossa fetta di utenza rappresentata dai turisti. Credo che questo sia il motivo per cui in città come Verona modelli di sharing simili al nostro non abbiano funzionato, per adesso».

Attualmente, la flotta di monopattini elettrici in sharing a Bergamo è composta da settecento mezzi, suddivisi equamente tra Bit Mobility e Imoving-Reby. «Al momento - spiega ancora Paoletti -, l’utilizzo medio si è stabilizzato sui 120, 130 mezzi al giorno. Il percorso medio effettuato è di 4, 5 chilometri. È una prima statistica però, perché fino ad aprile, con il sistema alternato aperture-chiusure, era difficile avere una statistica accurata. Diciamo che si tratta di un buon punto di partenza. Se riuscissimo a raggiungere i 150 utilizzi medi al giorno sarebbe un ottimo risultato. Per questo, oggi, ci sono anche diverse offerte interessanti per l’utilizzo dei monopattini».

A inizio settimana, un lettore ha segnalato alla nostra Redazione la presenza di un monopattino Reby ai piedi delle Mura, scaraventato lì da qualcuno, probabilmente. «Bell’esempio per mio figlio e per i turisti che visitano la nostra città...», ha commentato laconicamente.

«Mi fa piacere che i cittadini si accorgano del vandalismo fatto sui monopattini - commenta il city manager della società -. Il problema esiste, anche se per fortuna è un fenomeno limitato: per ora abbiamo registrato una decina di atti vandalici dall’avvio del servizio, oltre a cinque furti. Furti inutili, tra l’altro, perché i nostri mezzi sono ideati e realizzati appositamente per funzionare con il servizio sharing e non possono essere usati diversamente. In generale, direi che sarebbe però bello se ci fosse un maggiore senso civico, così da richiamare o denunciare chi compie questi atti».

C’è anche, però, l’altro lato della medaglia, ovvero l’utilizzo non proprio rispettoso del Codice della Strada da parte di molti utenti (...).

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