Domingo non sarà a Bergamo, ma le femministe insistono: «Il Comune prenda posizione»
Il movimento NonUnaDiMeno chiede che il tema del sessismo e degli abusi di potere non cada nel dimenticatoio e si appella alle istituzioni cittadine rimaste in silenzio
«Sipario. Senza tripudio, applausi, chiamata sul palco. Un sipario silenzioso, come era stato il declassamento da grande evento e inaugurazione del Donizetti Opera Festival a spettacolo in streaming a pagamento in una data intermedia, preceduto dal “Marino Faliero” con diretta su Rai5 e ben altra visibilità». Così il movimento femminista NonUnaDiMeno commenta la notizia della mancata partecipazione di Placido Domingo al festival Donizetti Opera. Un forfait dovuto a un problema di salute, che gli vieta spostamenti e impegni di lavoro. «Finisce con il più banale e impiegatizio degli epiloghi – aggiunge NonUnaDiMeno -, un certificato medico di malattia ben lontano dall’immagine di fulgore e potenza che il protagonista pretendeva di emanare».
Il collettivo però, che all’indomani dell’annuncio aveva definito la presenza a Bergamo del tenore spagnolo una «nota stonata» a causa delle presunte molestie commesse ai danni di alcune artiste, chiede comunque che la questione non cada nel dimenticatoio. La presenza di Domingo in città rappresentava ai loro occhi un’occasione ideale per confrontarsi pubblicamente sul tema delle molestie, del sessismo e dell’abuso di potere.
«Per noi che avevamo sollevato la questione, ed eravamo in attesa di risposte, non si è risolto nulla - si legge in una nota pubblicata su Facebook -. Non ci ha sorpreso, ma un po’ deluso sì, il silenzio che, proprio da chi potrebbe fare la differenza ricoprendo un ruolo di rilievo per la città, ha seguito il nostro appello. Non avevamo ritenuto di chiedere la cancellazione dell’evento operistico, perché ci sembra semplicistico fingere che non facendo cantare Domingo si affronti in modo serio un problema che è un vero e proprio dramma che si estende ben al di là del palcoscenico. L’abuso di potere, spesso in forma di ricatto sessuale, all’interno di realtà lavorative di ogni tipo, è ricorrente e sotto gli occhi di tutti, anche se in genere si finge di non vederlo. E ad oggi nulla cambia. Ma proprio per questo non ha senso tacere».
Le femministe quindi lanciano un appello gli uomini della Giunta e del consiglio di amministrazione della Fondazione Donizetti: «Prendere posizione, dichiarare pubblicamente che l’Istituzione della quale fanno parte ritiene che non si può tollerare chi abusa del proprio potere. Chiediamo di impegnarsi a fare tutto ciò che è in loro potere perché l’Istituzione si doti di una figura di riferimento e di un regolamento che permetta di prevenire, vigilare e denunciare gli atteggiamenti e gli atti di sessismo, abuso di potere, discriminazione e violenza che potessero avervi luogo, e sanzionarli». Nel merito è intervenuto il sindaco Giorgio Gori, che ha spiegato a Corriere Bergamo che Palazzo Frizzoni ha già un codice di condotta contro le molestie sessuali sul luogo di lavoro per tutti i dipendenti dell’amministrazione, oltre ad un comitato unico di garanzia anche per le pari opportunità e un codice disciplinare per i dipendenti.