L'intervista

La nuova stagione del Gasp: «Non viviamo di ricordi. Mi piacerebbe un altro attaccante...»

A Zingonia abbiamo incontrato il tecnico nerazzurro e chiacchierato dell'inizio del nuovo anno calcistico. Sorridente, ha parlato delle imprese passate, mettendo però tutti in guardia: «Dobbiamo resettare e ripartire da zero». E sul mercato...

La nuova stagione del Gasp: «Non viviamo di ricordi. Mi piacerebbe un altro attaccante...»
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di Fabio Gennari

Carico, tonico e con una divisa fluo decisamente... interessante. Gian Piero Gasperini ha parlato a Zingonia della nuova stagione, lo ha fatto con tanti sorrisi e toccando una serie di argomenti molto attuali. Dalla rosa al mercato, passando per la Serie A che domani (2 settembre) vedrà il sorteggio del calendario.

Mister Gasperini, prima di tutto i complimenti per la passata stagione. Ne inizia una nuova, cosa dobbiamo aspettarci?

«Sento tanti che fanno previsioni in questo senso, ma credo che siano un po’ eccessivi. Non possiamo porci obiettivi come lo scudetto o le semifinali di Champions. Vanno benissimo nella fantasia giornalistica, ma poi la realtà è diversa, ci impone di migliorarci e di avere un organico più forte e crescere singolarmente nelle prestazioni. Sono pochissime le squadre che possono partire con questi obiettivi, abbiamo il dovere di provare a fare il meglio delle nostre possibilità ma poi ci sono anche gli avversari. Quelli davanti vogliono confermarsi, chi sta dietro cerca di recuperare. Sono forti, hanno possibilità anche di rinforzare la squadra e noi dobbiamo guardare a casa nostra».

La preparazione come cambierà?

«Servirà un lavoro differenziato. Abbiamo un piccolo gruppo che ha già iniziato ma stiamo cercando di ripetere la preparazione del passato. Farò il punto con quelli che tornano dalle nazionali, cercheremo di fare lo stesso lavoro di sempre: potremo fare un punto dopo la sosta di ottobre. Ci saranno anche tre partite a settimana, quindi sarà un po’ diverso dal solito».

Oggi inizia il mercato. Cosa si aspetta?

«Il mercato chiuderà il 5 ottobre ma iniziamo a giocare il 26, c’è la necessità di recuperare Freuler, mentre Gomez è a posto. C’è l’infortunio di Gollini per cui serve capire la durata, le difficoltà ci sono un po’ per tutte le squadre e non credo che sarà facile per tutti inserire i giocatori. Vediamo. Possiamo migliorare tutti i reparti. La società sta cercando di fare il possibile per riuscirci, l’importante è avere sempre quell’obiettivo. A volte ci si riesce, a volte un po’ meno, ma quello dipende da tante cose. Mi piacerebbe mettere un po’ più di energia nel gruppo».

Quindi vorrebbe cambiare qualcosa…

«Penso che un po’ di novità possano essere utili, abbiamo avuto una rosa di 15 elementi per una situazione di campionato che pensavamo normale. Abbiamo finito un po’ con l’acqua alla gola, per giunta senza Josip. Eravamo 14 “titolari”. Dovendo giocare forse tutto il campionato così, magari abbiamo bisogno di uno o due elementi in più. Perché avremo tante partite ogni tre giorni. Abbiamo qualche giovane interessante, io non sono molto per il turnover spinto con 5-6 giocatori ogni volta cambiati: bisogna sempre giocare al massimo. Con i 5 cambi, mi sono ricreduto, c’è stata la possibilità di avere una mano e questo è positivo».

Intanto arriva Miranchuk. Cosa puoi dirci di lui?

«È stato individuato come un giocatore che va a sostituire la defezione di Ilicic. Non è un vice, ma un’alternativa. Giocatore di assoluto valore, ancora giovane. Ha un problema muscolare che valuteremo quando arriverà, servirà un po’ di tempo anche perché non gli posso chiedere subito di entrare ed essere decisivo. È uno su cui contiamo».

Per la difesa si parla di Romero. E poi c’è la situazione Pessina.

«Ci sono tanti giocatori che la società segue, un po’ in tutti i reparti. Pessina è un giocatore di valore, in quel ruolo siamo coperti ma i giocatori bravi sono sempre da tenere in rosa. Io, piuttosto, spero di avere un’altra alternativa di livello in attacco: ormai l’Atalanta non può solo aspettare il giocatore da crescere».

Torniamo al campo: dove si può migliorare?

«Innanzitutto si può sempre migliorare. Non è tanto un problema di numeri, abbiamo comunque alzato il livello e il nostro target ora è più o meno sugli 80 punti. L’anno scorso ci sono state squadre abbastanza staccate da noi quando magari l’anno prima siamo arrivati punto a punto. Dipende molto dalla stagione, dalle squadre coinvolte. Dobbiamo presentarci ancora con le nostre caratteristiche e la stessa voglia di essere protagonisti, abbiamo ancora la Champions League da disputare e sarà bellissimo. Di nuovo c’è l’approccio al campionato, ripartiremo con la stessa situazione delle ultime 13 partite: questo è qualcosa che lascia molte incertezze».

C’è qualche aggiornamento su Ilicic?

«Aspettiamo, vedremo più avanti, ma per ora non fa parte del nostro organico».

In quattro anni avete raggiunto e superato un sacco di record, quale la stimola di più?

«Quello dei punti, sicuramente. Però non vorrei più sentir parlare dei quattro anni e dei record: pensiamo al nuovo che arriva e senza fare riferimento al passato, che magari diventa antipatico anche per chi gioca. Cerchiamo di scoprire, giocando, che cosa possiamo fare. Si riparte tutti da zero e noi dobbiamo ragionare su questo aspetto. Chi pensa solo a ripetersi torna indietro, chi prova solo a restare a quello che è rischia di scivolare indietro. Possiamo migliorare, ad esempio, sulla corsa. Mi piacerebbe correre un po’ di più. Sarebbe importante. Non deve cambiare mai la mentalità».

Quella è decisiva.

«Esatto. Sono state ottime le dichiarazioni di Gomez e Toloi, brutte invece quelle di Hateboer: lo spirito ci ha sempre contraddistinto e non deve mancare mai».

In campo su cosa si può lavorare?

«L’aspetto tecnico è importante, certamente. Se lo alzi, migliori il rendimento. Sotto il profilo tattico ci sono state tante novità in diverse squadre che hanno cambiato e tanti hanno detto di averlo fatto anche dopo aver visto noi. Dobbiamo lavorare sul disimpegno, sull’uscita dal pressing. Non posso elencare tutto, ma ci siamo e stiamo lavorando. Fa parte dell’evoluzione delle squadre».

Champions League: il Paris Saint-Germain è arrivato in finale, quanto rafforza quello che avete fatto?

«Loro ci sono arrivati dopo 26 anni, la competizione è durissima. Dobbiamo essere bravi a resettare, a non vivere di ricordi, a non pensare indietro. Senza confronti. Pensiamo alla soddisfazione di essere dentro e ricordiamo anche tutto il percorso. Certo, a quel punto la gara era vinta e prendere gol così rode molto. Ma guardiamo avanti».

Chi vorrebbe nel prossimo girone?

«Aspetto il calendario di A, poi pensiamo al resto».

Chiudiamo con il campionato: Gasperini che Serie A si aspetta?

«C’erano già squadre molto valide e penso che abbiano fatto meno rispetto a quanto ci aspettavamo. Ci sono tante compagini che possono partire molto meglio dell’anno scorso, vicine come valori. Mi aspetto tanto equilibrio, soprattutto nel girone di andata. Dovremo essere molto attenti e preparati, guardando a quello che va fatto senza pensare a quanto abbiamo raggiunto: mai avere presunzione».

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