Super Lega, tra i tifosi nerazzurri monta lo sdegno. E c'è chi spera in una A senza quelle tre
La proposta dei 12 club europei dissidenti ha scatenato le passioni della gente, tra chi è contrario e chi invece è favorevole, a patto che Inter, Juve e Milan siano cacciate dal campionato italiano

di Fabio Gennari
Ci sono poche certezze in queste ore in cui il mondo del calcio è a soqquadro. Qualcuno dice che è solo questione di tempo e la diplomazia farà il suo corso, ma di certo non si tratta di diagonali, moduli e sostituzioni, bensì di politica economica calcistica. E allora ci siamo fatti una domanda: cosa ne pensano i tifosi della Dea? Sulla pagina Facebook di RadioDea è stato proposto un sondaggio molto semplice che chiede se si è favorevoli o contrari alla Super Lega, la nuova manifestazione a circuito chiuso che è appena stata fondata. Le risposte arrivate in poche ore sono circa 300 ed è sostanzialmente un plebiscito. Doppio, in realtà.
I toni sono pesanti, soprattutto contro la Juventus del presidente Agnelli, ma anche Milan e Inter non passano indenni. Praticamente nessuno vede di buon occhio la nuova competizione a numero chiuso (o quasi chiuso) e il motivo è sempre lo stesso: il calcio, così come tutto lo sport, è fondato su valori forti che fanno del merito uno dei concetti più importanti che vengono portati avanti. Se arrivi in alto guadagni di più e accedi a competizioni di livello più alto; viceversa, stai fermo o addirittura retrocedi.
Tantissimi tifosi, tuttavia, sposano anche il pensiero riassunto da Ata, l'Associazione Tifosi Atalantini, che ha emesso ieri (19 aprile) un comunicato in cui spiegava perché è assolutamente... favorevole alla Super League. «Il nostro auspicio? Che la Super Lega vada avanti. Avete letto bene, non siamo impazziti di colpo. Auspichiamo che Juventus, Milan e Inter vadano a giocare la loro Super Lega e abbandonino per sempre la Serie A e le coppe europee. Tenetevi la Super Lega, i super diritti televisivi, gli stadi moderni, i posti a sedere e lasciateci giocare con i nostri avversari “minori”, magari in stadi meno belli ma ancora animati dalla passione per il calcio e non per i soldi».
Il pensiero è parecchio diffuso, la visione più romantica del calcio di provincia esula dall'avversario che c'è di fronte e cavalca il solo piacere di veder giocare l'Atalanta. Contro chiunque. «Ma quanto sarebbe bello - conclude Ata - se il vostro posto in Serie A fosse destinato a piazze come Palermo, Catania, Catanzaro, Lecce, Bari, Avellino, Vicenza, Como, Cremonese, Pisa e via dicendo... Piazze che hanno fatto la storia del calcio come passione popolare in Italia. Non è una provocazione, andate avanti, sarebbe stupendo».