Intervista a Laura Adele Feltri

La casa è diventata «una gabbia». Come cambierà il mercato nei prossimi mesi

La casa è diventata «una gabbia». Come cambierà il mercato nei prossimi mesi
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La casa come “bene rifugio”, ma oggi la casa è soprattutto un “rifugio”, l’unico luogo dove si può stare tranquilli, riparati dal rischio di contagio. Anzi, il rifugio dove dobbiamo stare. Per qualcuno allora la dimora diviene una specie di gabbia. Che cosa pensa di questa situazione una professionista del settore casa come Laura Adele Feltri, immobiliarista e docente di materie giuridiche legate al tema della casa?

La casa rischia di diventare un luogo di privazione di libertà...

«La casa dove tutti aneliamo di poter tornare alla sera per incontrare i nostri affetti, raccoglierci in noi stessi, trovare un angolo di relax, dopo quaranta giorni di restrizioni, comincia a starci stretta. L’abbiamo vissuta in ogni suo angolo, facendo le pulizie l’abbiamo riscoperta, abbiamo ritrovato oggetti e ricordi, assaporato un divano e un letto comodi, una cucina dove potersi sbizzarrire ed esprimere la fantasia culinaria, e un bagno dove rilassarci e prenderci cura di noi. Ma ora, effettivamente, per tanti di noi sta diventando un po’ troppo stretta».

Rinnega la casa?

«Non la rinnego, anzi continuo a sostenere che avere una dimora accogliente sia importante. Però anche a me adesso viene voglia di assaporare la sensazione di libertà. Sì: la casa per molti sta diventando una gabbia... pulita e scintillante!».

Quindi, va bene la casa, ma a un certo punto si vuole anche uscirne...

«Esatto, la casa è come la mamma, le si vuole bene però si ha voglia anche di vedere amici, di viaggiare. E poi c’è il discorso del lavoro che pure, nonostante tutto, a molti manca. Insomma, l’essere umano ha bisogno di stimoli, di emozioni, per potere vivere bene. Io credo però che questa clausura alla fine ci abbia fatto bene».

Come ci comporteremo quando saremo liberi, secondo lei?

«Secondo me, incontreremo chi ci ha tenuto compagnia e sostenuto in questo momento, chi ci ha dimostrato solidarietà; perché è nata una vicinanza solidale, magari silenziosa che si è costruita con i vicini di casa, con gli amici che hanno bisogno di una nostra telefonata perché si sentono emotivamente soli e impauriti o che ci hanno telefonato per discutere di questo momento e scambiare suggerimenti. Ci  ritroveremo con amici selezionati nei nostri giardini o sui grandi balconi per vivere una soleggiata primavera».

Non tutti però abitanti in una dimora con grandi balconi o ridenti giardini!

«Io penso che nei prossimi mesi assisteremo a un cambio di tendenza. Cioè: più persone e famiglie cercheranno casa nella prima cerchia esterna di Bergamo, per avere un pezzettino di giardino o un balcone più ampio. Prima del Coronavirus vivere in centro era una questione di prestigio e comodità, ma ora vorremmo aver preso altre decisioni, che ci avrebbero consentito di vivere la nostra casa con più agio e all'aperto. Sì, prevedo movimenti di compravendita».

Voi comunque adesso siete chiusi, non operate, per cui sono supposizioni?

«Certo, ma leggo molto, osservo le statistiche di quello che  ho venduto negli anni passati per rivedere come si sono mossi i clienti e magari riflettere su che cosa vorrebbero adesso. Mi baso anche sulle conversazioni telefoniche, sui ragionamenti che sento fare, sulle esigenze delle persone».

Laura Adele Feltri

I clienti sono interessati a vendere o comprare casa in questo momento?

«Non sono mai entrata nello specifico, non è questo il momento; però nel dialogo che ho con la clientela, con le persone che si riferiscono alla mia agenzia, cerco comunque di verificare i cambiamenti di gusti ed esigenze. Certo, non è che mi abbiano inviato proposte di acquisto o affidato un mandato in esclusiva».

Oltre a parlare di ipotetiche soluzioni abitative future, cosa le domandano?

«Generalmente, in questi giorni, chi è in affitto mi chiede di poter parlare al proprietario di casa per concordare una riduzione del canone d’affitto o per scaglionare i pagamenti. Vi è poi la questione della  sospensione dei mutui; anche se molti clienti hanno autogestito questa fase, ci siamo resi disponibili a offrire il nostro aiuto in modo gratuito, per una forma di solidarietà. Vi  sono anche aspetti burocratici e fiscali a cui rispondere: fortunatamente possiamo contare sull’aiuto di alcuni  collaboratori esterni (notai e commercialisti ) i quali, anche loro gratuitamente, ci offrono consigli».

Niente che riguardi il futuro?

«Sì, sì. Ci sono persone che magari ci chiedono se quel determinato immobile che avevano visto a gennaio o i primi di febbraio sia ancora sul mercato;  si ricordano di un angolo di verde, un piccolo terrazzino che adesso farebbe molto comodo. La casa è un bene importante e la guarderemo con occhi diversi».

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