Cosa dicono i risultati

Dopo le primarie, scosse nella Lega bergamasca. E Malanchini finisce nell'angolo

Cambiano i rapporti di forza. Partito diviso in tre tronconi: quello del consigliere regionale, quello del tandem Anelli-Terzi e quello del duo Belotti-Galizzi

Dopo le primarie, scosse nella Lega bergamasca. E Malanchini finisce nell'angolo
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di Wainer Preda

La sorpresa, ma neanche più di tanto, viene da una donna. Monica Mazzoleni. Consigliere regionale di Martinengo praticamente sconosciuto al grande pubblico ma, a quanto pare, con un ampio seguito fra i militanti.

È lei che ha incassato il maggior numero di preferenze alle primarie della Lega bergamasca che si sono tenute nello scorso fine settimana. Ben 226, che le hanno consentito di staccare di venti lunghezze il collega Giovanni Malanchini, deus ex machina del Carroccio nella Bassa e favorito nella corsa in Regione.

Più staccati, il capogruppo in consiglio regionale Roberto Anelli (175) e Elena Poma, donna dell’apparato leghista (174). Mentre l’ex parlamentare Daniele Belotti è giunto terzo, con 150 voti. La classifica maschile prosegue con il consigliere regionale uscente Alex Galizzi (108 voti), e il sindaco di Sarnico Giorgio Bertazzoli che si ferma a quota 63. In campo femminile passano anche Serena Fassi (109), Emanuela Testa (69) e Sara Fumagalli (62).

Sono questi i “magnifici 10” che correranno alle elezioni regionali. Lo ha deciso la base leghista, anche se l’ultima parola, la ratifica delle candidature, spetterà alla segreteria regionale.

Intanto, per lo spoglio delle schede, sono servite diverse ore in via Berlese a Bergamo, tanti sono stati i militanti accorsi alle urne. A votare nelle diverse sedi del Carroccio sul territorio, sono andati circa in ottocento, il 75 per cento degli aventi diritto. Più che al “malandrino” congresso provinciale di Treviglio, distante un’ora e mezzo dalle valli.

Comunque la si veda, un risultato notevole per Fabrizio Sala. Il segretario provinciale ha fatto della consultazione dei militanti il suo credo, portando in massa alle urne il popolo leghista. Gli ottocento votanti sono già, di per sé, una vittoria. Con buona pace di chi sosteneva che le primarie sono inutili.

All’indomani delle consultazioni, però, cominciano a delinearsi i nuovi rapporti di forza dentro il Carroccio (...)

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