L'escursione consigliata

Fino alla vetta del monte Aga, un'avventura che difficilmente potrete dimenticare

Si affaccia sulla mistica Val Camisana e si presta per un giro ad anello che regalerà agli escursionisti un panorama unico sulle bellezze del Val Brembana

Fino alla vetta del monte Aga, un'avventura che difficilmente potrete dimenticare
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di Angelo Corna

Il monte Aga si affaccia sulla mistica Val Camisana, conca che domina con i suoi 2720 metri di altezza. La sua mole, tozza e minacciosa, sembra quasi irraggiungibile se vista dal rifugio fratelli Longo; tuttavia questa bellissima montagna si presta perfettamente per un giro ad anello che regalerà agli avventurieri che ne raggiungono la cima un panorama unico sulle bellezze del Val Brembana e sulla sua montagna simbolo, il Pizzo del Diavolo di Tenda.

1 - Il borgo di Pagliari
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2 - La cascata della Val Sambuzza
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6 - Panorami
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7 - il monte Aga
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9 - In vetta
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10 - Il pizzo del Diavolo di Tenda
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Le prime ore del mattino sono sicuramente le migliori per affrontare questa lunga ma appagante escursione. La nostra gita trova partenza dal paese di Carona e ricalca le orme del sentiero Cai 210, tracciato che risale in direzione dei rifugi Calvi e Longo, “capanne orobiche” famose per la loro bellezza. Raggiunto il grazioso nucleo di Pagliari, si continua lungo la carrareccia fino a incrociare la cascata della Val Sambuzza (metri 1500). Tra panorami sulle vicine montagne e scorci su antiche baite ristrutturate, continuiamo nel bosco fino a raggiungere il lago del Prato. Ignoriamo la deviazione per il rifugio Calvi e pieghiamo a sinistra, seguendo invece le indicazioni per il rifugio Longo.

La carrareccia prosegue lungo le pendici del monte Masoni, portandoci dopo due ore dalle partenza alla capanna di proprietà della Società Alpina Scais. Costruito dal Cai di Bergamo nel 1923, il rifugio venne inizialmente dedicato alla memoria dei quattro fratelli Calvi di Piazza Brembana: all'inizio degli anni cinquanta la Società chiese e ottenne dal Cai la gestione del piccolo rifugio, che nel frattempo era stato danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale. La struttura venne ribattezzata alla memoria dei fratelli Giuseppe e Innocente Longo, periti tragicamente nell'agosto del 1934 sul Cervino. Oggi è il luogo perfetto per chi cerca pace e tranquillità.

Recuperate le energie, ci attende la parte più bella di tutta l’escursione. Passo dopo passo l’ambiente si rivela agli occhi degli escursionisti, regalando scorci che difficilmente saranno dimenticati...

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