Zona rossa tra Alzano e Nembro, i sindaci temono gli «incalcolabili» danni economici
Sono ore vissute col fiato sospeso in Bergamasca, in particolare nella Media Val Seriana. Si attende infatti di sapere se Governo e Regione decideranno di rendere "zona rossa" quell'area per contrastare i preoccupanti numeri in crescita del contagio di Coronavirus riscontrati negli ultimi giorni. Da un lato la consapevolezza di una situazione delicata, osservata con ansia anche dalle autorità nazionali, dall'altro il timore che una completa chiusura dei confini, come sta avvenendo in undici Comuni del lodigiano, possa mettere in ginocchio l'economia locale.
La sensazione è che, mentre sui social molti utenti ritengono necessaria la misura (anzi, finanche in ritardo rispetto agli eventi), le Amministrazioni locali, di Alzano e Nembro in particolare, i due Comuni più sotto la lente delle Autorità, tentino invece di frenare. La dimostrazione il fatto che ieri, martedì 3 marzo, il Comune di Nembro ha reso nota la volontà di fare svolgere regolarmente il mercato del giovedì nonostante i casi in aumento e nonostante la scorsa settimana, davanti a una situazione decisamente meno preoccupante, si fosse deciso di annullarlo.
Ancora più chiare, però, sono state le parole del primo cittadino di Alzano, Camillo Bertocchi, rilasciate ad Adnkronos riguardo l'opzione di una "zona rossa" che riguardi anche il suo Comune: «Accetteremo quello che gli organismi superiori definiranno. La politica dovrà però tenere conto della nostra particolare situazione economica, che è molto strutturata. Mi aspetto che in questa valutazione ci sia un capitolo relativo all'industria che una soluzione di continuità proporrebbe danni incalcolabili». La sensazione, insomma, è che Bertocchi non veda in maniera così positiva la possibilità di misure restrittive ancor più rigide di quelle già in atto. Una posizione che sarebbe condivisa anche col sindaco di Nembro, Claudio Cancelli, sebbene proprio quest'ultimo sia tra i contagiati.
Eppure i numeri parlano chiaro: in soli due giorni i casi sono aumentati del trenta per cento. L'ospedale di Alzano e Nembro paiono al centro di un vero e proprio focolaio e oggi preoccupano più dei Comuni del lodigiano da cui il contagio pare essere partito. Bertocchi, però, vuole andarci coi piedi di piombo: «Noi abbiamo una base di partenza diversa dagli altri Comuni - ha affermato il primo cittadino di Alzano -, che sono partiti dopo. Tra i nostri casi risultati positivi abbiamo anche diversi asintomatici, soggetti a cui oggi non vengono più fatti i tamponi. Abbiamo bisogno di capire qual è il dato reale. Poi che ci sia una concentrazione maggiore di casi mi sembra evidente».