Risiko delle banche

La questione delle azioni di Ubi vendute da Bosatelli e il no del Patto dei Mille a Intesa

La questione delle azioni di Ubi vendute da Bosatelli e il no del Patto dei Mille a Intesa
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Dopo il no del Comitato azionisti di riferimento (che conta attualmente il 17,7% del capitale), anche il Patto dei Mille (1,6% del capitale), che raccoglie i soci bergamaschi, boccia l'Offerta pubblica di scambio annunciata nei giorni scorsi da Intesa Sanpaolo. Il Comitato direttivo del Patto dei Mille, in attesa di convocare l'assemblea ha valutato negativamente l'offerta in quanto «l'ipotesi di concambio - 17 azioni Isp contro 10 di Ubi - sottovaluta significativamente il valore del titolo Ubi e non considera adeguatamente le sue prospettive reddituali». Secondo alcune fonti, per i soci di Ubi del Patto dei Mille la valutazione sarebbe inferiore di 1,5 o 2 miliardi di euro rispetto al valore che dovrebbe essere correttamente attribuito alla banca. Il valore fissato da Intesa con l'Ops, pari a 4,8 miliardi al momento dell'annuncio, non riconoscerebbe ai soci bergamaschi né una parte delle sinergie di integrazione, al netto dei costi della stessa, né un premio di maggioranza.

Ora manca il parere del Patto di sindacato Ubi, la cui riunione avrebbe dovuto tenersi a Brescia ieri, lunedì 24 febbraio, ma i vertici hanno reso noto che, in ottemperanza alle disposizioni del Ministero della Salute e della Regione Lombardia, hanno deciso di rimandare alla prima data utile possibile l’incontro del Patto. Gli azionisti del Patto raggruppano l’8,4% del capitale. Anche dal Patto, comunque, dovrebbe arriva un no all'offerta.

Intanto si cerca di fare chiarezza sulla notizia resa nota ieri, 24 febbraio, della cessione da parte della famiglia Bosatelli di 1,1 milioni di azioni Ubi, mossa che ha fatto scendere la percentuale di capitale dell'istituto detenuto dal Car (patto di sindacato di cui il patron della Gewiss fa parte) dal 18% circa al 17,7%. A cedere azioni pare siano stati, come riporta L'Economia del Corriere, Domenico, Luca e Fabio Bosatelli. Una decisione, però, che non sarebbe figlia della volontà di fare cassa, bensì di un semplice «riassetto in seno alla famiglia» nella holding Polifin. A comunicarlo sarebbero state fonti interne allo stesso Car, che confermerebbero dunque come l’impegno della famiglia Bosatelli in Ubi resterà pari al 2,85%. Semplicemente, in questo tipo di operazioni, è richiesto il rispetto dei tempi tecnici. Nessun cambio di visione, dunque, per Bosatelli, che confermerebbe quanto detto nei giorni scorsi, ovvero che ritiene l'offerta di Intesa (così come lo stesso Car) non all'altezza del valore di Ubi, non soltanto dal punto di vista economico ma soprattutto sociale, essendo Ubi una banca importante per il nostro territorio.

 

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